Rassegna storica del Risorgimento

1841 ; AQUILA
anno <1942>   pagina <886>
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Vita dell'Istituto
che ci han lasciato tanto dono, dopo aver tonto sofferto, dopo aver dato al nostro colto tanti Martiri precursori della nostra rinascita- Una storia di dolori: ma è questa, conclude il Monti con accenti commossi, la storia che ancora oggi viviamo e che ci dà un inalienàbile diritto alla grandezza.
H prof. Monti che aveva raccolto vivi segni di consenso, alla fine della sua dotta chiara e appassionata conferenza, venne salutato da calorosi applausi.
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COSENZA. Dalla Cronaca di Calabria, n. 52 del 18 agosto e. a., togliamo il seguente articolo, dedicato alla memoria del defunto Presidente di questo Comitato:
Sono pochi giorni che il tradizionale nobile edificio del Foro di Cosenza ha perduto un'altra sua colonna di sostegno con la morte di Tommaso Carigli ano! Ed è morto giovane ancora (aveva 56 anni) portato via da un turbine, che né l'affetto operoso della moglie e de' figliuoli, né la luce della scienza ha potuto arrestare.
Chi ha assistito al quotidiano decrescere di una brillante attività fìsica e intellet­tuale, che di sé riempiva tutta la città, chi ha constatato come si andasse via. via spe­gnendo quella Sua fiamma di volontà, che avea avuto sempre accensioni e bagliori meravigliosi, notava, in questi ultimi tempi, come un velo non dissimulato di tristezza palpitassero ogni Sua parola, in ogni Suo sorriso, e aveva finito per raccogliersi in quella particolare e indefinibile condizione d'animo, che sta tra una speranza ogni giorno più larvata ed un timore ogni giorno più forte.
Al Tribunale da qualche mese non veniva. Le Sue cause si rimandavano o si trat­tavano da' suoi procuratori. Ma nessuno osava pensare che non dovesse tornar più al Suo consueto posto di lavoro, che non dovesse più entrare in quel Palazzo di Giustizia, nel quale da' Magistrati a' funzionari di Cancelleria, dagli avvocati a' clienti e al pub­blico erano come contagiati, tutti, e resi più alacri da quella Sua elettrica e sorridente movimentazione, da quella Sua geniale arguzia, che si versava in getti inesauribili di motti e di piccanti osservazioni.
E tutti volevano bene a quest'uomo, che, innegabilmente, associava al vigoroso e lucente intelletto un gran cuore generoso, e questo cuore avea sempre generosamente operato (purtroppo, qualche volta, a suo danno) cosine' rapporti individuali come nelle manifestazioni degli alti Uffici di politica e di cultura, che gli si erano affidati.
Pareva ch'Egli intendesse la vita edonisticamente, come una gioja, e che gli pia­cesse di lavorare sempre in laetitia, eppure pochi uomini sapevano riservare nella propria famiglia e in ogni altro ambiente di schietta e sincera amicizia o semplicemente di comune umanità tanta onda copiosa di affetto, di tenerezza, di bontà fattiva.
Anche ne* dibattimenti delle cause, gravi o comuni, in Assise o in Tribunale, fosse compagno o avversario, era sempre, il Suo, un contatto che faceva bene allo spirito, il quale era come sovraeccitato dall'intelligenza luminosa, dall'intuito pronto e sicuro, dalla disinvolta franchezza (qualche volta veramente impressionante) onde rivelava gli angoli più in ombra del pensiero proprio e dì quello che opinava fosse il pensiero dei giudici.
Coltissimo in ogni ramo del sapere, lo si poteva classificare un umanista,se non fosse stata troppo evidente, fresca e sovorchioitte la sua cultura letteraria, storica o sociologica. Nella Sua ricca biblioteca non mancavano libri importanti e rari, perchè ne faceva continue richieste e li pagava senza discussioni.
Era pertanto giusto che la Sua clientela diventasse ogni giorno più numerosa, che Egli si recasse spesso in altre Curie a discutere processi di notevole interesse, e che suoi ammiratori diventassero in quo* riscontri avvocati tra i più noti di ogni parte d'Italia.
Ahimè! Tommaso Carigliano, per il quale la vita parca non dovesse finir mai, ma rinnovarsi fetfrnsaidari ogni giorno più, b sparito di colpo dal luminoso e tormentato