Rassegna storica del Risorgimento
1799 ; BOLOGNA ; LA HOZ GIUSEPPE ; CISALPINA (REPUBBLICA)
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1943
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Giovanni Natali
La Hoz nei dipartimenti dell'Oltre Po con l'incarico di organizzare un corpo di 6000 Guardie Nazionali intese di inviare in sottordine del Montrichard comandante dell'ala destra dell'Armata francese un ufficiale energico e risoluto, esperto dei paesi e di provata perizia; la situazione generale dell'Oltre Po e le particolari condizioni della Guardia Nazionale nel Dipartimento del Reno fecero fallire il progetto.
Conosciuta la fuga da Milano del Governo cisalpino, il La Hoz tentò la costituzione di una Giunta di Difesa nei dipartimenti dell'Oltre Po ma invano, sia per l'opposizione dei Centralisti del Panaro e del Reno, sia per l'intervento del Montrichard. Convenne al La Hoz rinunciare anche a questo progetto e limitarsi, d'accordo col Montrichard, a tentare l'arruolamento di un Corpo Franco Italiano, ma anche questa iniziativa non ebbe esito felice. Restò allora il concentramento delle truppe cisalpine nel Rubicone, dove il La Hoz, se fosse stato disciplinato alle dipendenze del Montrichard avrebbe potuto rendere utili servigi, proteggendo le popolazioni dalle scorrerie degli insorgenti, minacciosi sui confini del Dipartimento del Basso Po, fra Lugo ed Argenta, dove il Montrichard aveva divisato di inviarlo. I sospetti nati fin dal primo momento della sua comparsa a Bologna, che il La Hoz sollevò intorno a sé, sorsero non tanto da adesioni e simpatie di patrioti, quanto dal suo tono minaccioso, dalla pretesa di incamerare fondi per assicurare le paghe alle truppe cisalpine e dall'espressa intenzione di riformare l'organizzazione delle Guardie Nazionali a danno dei ricchi e degli ufficiali. Dai documenti riferiti, e da altri esaminati, nulla induce ad avvalorare l'ipotesi che in quel torno di tempo in Bologna fosse attiva la Società dei Raggi e il La Hoz vi trovasse un qualsiasi appoggio per un movimento indipendentista, il quale ebbe tutto il carattere di uno scatto d'ira e d'orgoglio ferito, più che di un piano preordinato con palesi diramazioni locali. Forse il La Hoz si illuse che l'organizzazione di un Governo centrale nei cinque dipartimenti oltrepadani, dopo la fuga del Governo cisalpino da Milano, potesse giovare e tornare ben accetta agli stessi comandanti delle armate francesi, tant'è vero che da Bologna egli spedì corrieri e staffette in tutti i sensi, per tenersi in rapporto col Moreau in Lombardia e Piemonte, col Gauthier in Toscana, e perfino col Macdo-nald, che dal mezzogiorno saliva verso l'Appennino. L'impossibilità di corrispondere con questi capi e di svolgere una qualunque azione sua, il campo via via più ristretto della sua giurisdizione (tre dei cinque dipartimenti erano invasi), l'ostilità della Guardia Nazionale a sottostare ai suoi ordini, la mancanza di mezzi finanziari che lo costringeva a gravi atti di rapina o a contribuzioni forzate a danno delle