Rassegna storica del Risorgimento
POERIO ALESSANDRO ; MONTANELLI GIUSEPPE
anno
<
1943
>
pagina
<
42
>
42 Nunzio Coppola
appena a Napoli, un po' per ubbidire al padre, un po' per necessità economiche, e facendo abnegazione di intelletto, s'era da prima applicato quale segretario nell'amministrazione di una banca e poi a far pratica di avvocato nel fiorente studio paterno.J) Era questo un altro motivo di contrasto fra il suo ideale e la realtà della vita.
Anche politicamente si teneva in disparte. Di idee rivoluzionarie, a differenza del fratello Carlo e di altri suoi amici che erano di tendenze liberali moderate, non aveva mai aggiustato fede ai Borboni, né si era acconciato, come gli altri facevano, alle loro promesse, non aspettando la salute del paese se non da un moto energico e risoluto di riscossa. E in quegli anni in cui tutti credevano nella possibilità di una tranquilla evoluzione politica della Dinastia verso le libertà civili del popolo, e a ciò si adoperavano e con essa in buona fede cooperavano, egli non li attraversò, ma neppure collaborò con essi; e, non potendo operar da solo, si appartò sfiduciato. I fatti intanto che si andavano avverando parevano dar ragione alle sue previsioni. La diffidenza, i sospetti, le persecuzioni da parte del Governo si vennero a mano a mano aggravando sulla vita pubblica e privata. La sua famiglia, i suoi stessi amici moderati ne erano fatti particolarmente segno. Tutto ciò, mancandogli l'occasione di agire, acuiva il suo disagio e le sue insofferenze di uomo e di patriota, per tutto ciò che lo circondava. Si aggiunse a questo stato d'insofferenza e di tristezza, aggravandolo, uno strano male nervino, onde fu colpito poco dopo d'essere rimpatriato, irreducibile a tutte le cure; il quale si manifestava con un singhiozzo spasmodico della durata di parecchie ore. 2) Unico rifugio spirituale
Ma è tempo di combattere gagliardamente'questa irrequietezza, e l'età virile uri sgrida, e mi sconforta da] ritenere nell'animo quelle inclinazioni, che non debbono sopravvivere alla gioventù. Io dunque aj utero mio padre nelle cose forensi, benché Dio solo sappia, e forse tu dopo lui, quanto io per ingenito fastidio aborra da simili studj. Ma se mio padre, nobilissimo ingegno, vi ha consumato gran parte della vita, posso ben io consumarvi questo avanzo, consolato dal pensiero di ricambiargli con questo sagrifizao que* pietosi ufici paterni, de' quali egli mi è stato largo con tanto amore. In Nuova Antologia,, 1 agosto 1930, p. 288.
1) Vedi, in seguito, le lettere a K. Puccini del 29 maggio 1835, e 5 aprile 1836.
2) Una descrizione del male si ha nel certificato del medico curante, dott. Alessandro Lopiccoli (riportato nel cit. voi. A. Poerio a Venezia, p. 353, n. 9). Qui mi piace riportare una lettera inedita dello stesso Lopiccoli alla contessa Gozzadini, nella quale si parla del Poerio partito col generale Pepe e passante per Bologna. È senza data; ma certamente è del maggio 1848:
Gentil.ma Signora Contessa, Colgo questa fortunata occasione della venuta
costi dell'egregio sig. barone Poerio per farle giungere sicuramente questa mia, e
.gli attestati della mia suocera riconoscenza alila memoria ch'ella ha serbato di me.
Io le scrissi una lunga lettera .quando ella dimorava in Roma; ma il sig. Bullor