Rassegna storica del Risorgimento

POERIO ALESSANDRO ; MONTANELLI GIUSEPPE
anno <1943>   pagina <43>
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Alessandro Poerio e Giuseppe Montanelli 43
in tali condizioni di cose, erano: l'affetto per la famiglia, che egli potentemente sentiva e nel quale anche fu crudelmente provato con la morte del genitore amatissimo; e i sogni poetici che gli fiorivano in cuore e gli allietavano l'anima. Ma, quando quei sogni egli si provava a tradurre in versi, troppo distacco notava tra la visione e la espressione; ed ogni sforzo di adeguar questa a quella, riuscendogli per lo più vano, gli lasciava nell'animo il tormento del desiderio inappagato e lo scoraggiamento del tentativo fallito.
a coi io l'aveva affidata non secondò pienamente il mio desiderio; ed invece di consegnare a lei il mio foglio, mi affermò averlo messo alla posta di Roma per Bologna, scusandosi di non averla rinvenuta nell'indirizzo segnato. Io intanto non ho trasandato di ricercar sempre della sua e della salute della sua ornata famiglia; e tutte le nuove favorevoli e liete che spesso la ottima baronessa Poerio me ne ha date, non han fatto che consolarmi davvero. Pochi giorni sono ritornai da Roma, dove mi recai a curare di grave malattia una contessa di Amburgo; e nella città eterna ho sovente dimandato sue novelle a de* Bolognesi, che mi han veramente rallegrato il cuore assicurandomi ch'ella, la sua cara bimba ed il sig. conte stiano perfettamente bene; ed io mi confido in Dio benedetto che sulla sua degna famiglia spargerà ogni tesoro di consolazioni e di prosperità, e riempia cosi l'ardente voto dell'animo mio.
La sig.ra baronessa Poerio si trova a letto travagliata più da angustie d'animo che dì sofferenze fisiche, e però forse non le scrive di presente. La partenza di suo figlio per costi non le e stata grata, tantoppiù che il turbine che avvolge ora la povera Italia non dà sicurezza a persona, ed il carattere caldo e troppo franco del sig. barone non si addice ancora a' tempi attuali, in cui sorgono mille ambizioni e non è spento il mal vezzo dell'intrigo e dell'improntitudine. D'altra parte egli è tuttavia indisposto, e le agitazioni morali cosi gli turbano il sistema nervoso che da un istante all'altro egli sembra un uomo diverso da quel ch'era un istante innanzi, tanto la forza dello spasimo nervoso gli agita tutta la sua struttura organica. In tale condizione di sanità poco favorevole ad ogni faticosa intrapresa, ad ogni sforzo fisico e morale, egli si reca in Bologna, ove nella cordialità e cortesia di cotesti gentili abitanti, nell'amena compagnia de' Buoi amorevoli amici, nell'amabilità ed affezione della garbata famiglia di lei, sig.ra contessa, certo ei troverà ristoro alle sue soffe­renze, e mille opportunità a distrarre lietamente la sua mente, e ad esercitare salutar­mente il corpo. Ma siccome i tumulti dell'apparecchio nervoso non sono prevedibili, né loro si può assegnar limite sicuro, così mi sento il sacro dovere di pregarla, signora contessa, a volersi cooperare con la sua solita amorevolezza a condurre in tal modo le cose, che il sig. barone trovi preparato un fondo di distrazioni e di occasioni che lo ritengano costi distratto in mille cose, e lo attirino a rima­nere in Bologna contento e tranquillo; e così si rimanga dalla brama di condursi nel Veneziano fra mezzo a' trambusti della guerra e dell'ardore rivoluzionario. Cotesta opera sua, sig.ra contessa, sarebbe veramente pia; e non solo la madre di lui afflit­tissima, ma io per quanto so e posso le raccomando ad averla in cuore: uè a lei, donna eccellente ed ingegnosa soprammodo fallirà la via di conseguire lo intento.
Sicuro ch'ella accoglierà benignamente le mie preghiere, e che più di quanto SO: ;e la sig.ra baronessa desideriamo, ella generosamente opererà, io le porgo i caldi saluti dì questa sua sincera amica, e profferendomele sempre pronto a suoi pregiati comandi, le rassegno i sensi della mia profonda stima ed osservanza.
Suo aff.mo ed obb.mo s. Alessandro Lopiccoli.
Ha la lettera, da consegnare a mano, non dovette essere recapitata .se si è trovata intatta tra le carte del Poerio.