Rassegna storica del Risorgimento
POERIO ALESSANDRO ; MONTANELLI GIUSEPPE
anno
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1943
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pagina
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48
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4-8 Nunzio Coppola
Al suo ritorno da Napoli, il Giusti, durante una sua sosta a Roma incontrò la Lauretta colle figliuole, e con lei si trattenne naturalmente a discorrere del comune amico napoletano, e delle cordialità che ne aveva avute, e delle poesie che Alessandro aveva fatte stampare a Parigi, e di quella autografa dedicata a lui,1) e di tante altre cose che fecero trepidar di commozione il cuore della Lauretta, e le acuirono il desiderio di affrettare un suo già vagheggiato viaggio a Napoli, ov'ella sperava rifarsi di una lunga malattia sofferta e di procurar svago alle figliuole. Il Giusti volle dar subito notizia dell'incontro all'amico, ed aggiunse un poscritto alla lettera che già gli aveva cominciata a scrivere da Yalmontone il 13 maggio e imbucò poi a Roma il 16, per dirgli: Qua, appena arrivato, ho incontrato le Parrà, che verranno a Napoli quanto prima. Abbiamo parlato molto di te, e questo ha fatto piacere a me e a loro. 2)
La notizia, per il modo come venne data, ha tutta l'aria di essere la ripresa di un colloquio su lei tenuto a Napoli tra i due amici ed interrotto per la partenza di uno di essi. Giacché nelle reciproche confidenze il monsummanese, che era uno degli assidui frequentatori di casa Parrà a Pisa, avrà certo parlato al napoletano dei lieti convegni che colà vi si tenevano, e delle splendide figliuole di lei, che l'altro non conosceva ancora. Ma nessuno dei due forse immaginava che la Lauretta fosse così vicina, e che così prossima stesse per presentarsi ad Alessandro l'occasione di rivederla. La inaspettata notizia da Roma gli fé* di certo balzare il cuore e volgere l'animo a melanconiche considerazioni del presente così diverso dal passato. Alessandro a Parigi, specialmente nei primi anni, aveva menato quel che si dice una vita
corrispondenza tra i due languì presto per cessare poi del tutto. Alla notizia della morte del Poerio, il Giusti, commosso, dedicò all'amico quella mediocre odicina (che V Imbriani ai suoi tempi non conobbe), intitolata Radeschi, che comincia: Oh mio Poèriol 0 dolce amico! Appena il veneto Leone antico, ecc.
0 Così il Poerio ne dava notizia al Tommaseo nella citata lettera del 12 giugno 1844; Ho anche scritto certe ottave per Giusti da me veduto quasi fanciullo in Pistoia, e che qui ho riveduto con piacer grande, e preso ad amare come soglio quando all'ingegno singolare risponde la bontà dell'animo .
2) La lettere ha la data topica del 13 marzo da Valmontone, ma ha il bollo postale di partenza, da Roma, del 16, e quello di arrivo, a Napoli, del 18 marzo, Fu edita la prima volta dall'Imbriani nel Giorn. Napól. d. Domenica, 1882, n. 19, 7 maggio. Quella edita dal Fransi nel citato Epistolario era solo la minuta o una copia dell'altra, trattenuta presso di sé dallo scrittore. Essa ha qualche piccola variante, e nel poscritto citato diceva ancora: Abbiamo parlato molto di te, ed essendomi venuto detto che tu avevi fatto dei versi per me, la Lauretta ha voluto leggerli e copiarli... Si possono vedere ora tutt'e due le redazioni nell'Epistolario curato dal Martini.