Rassegna storica del Risorgimento

BASSANO ; UNIT? ITALIANA ; CONGRESSI
anno <1917>   pagina <590>
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J). Belletti
delle e di sgombri è già conosciuta; le sue genti sono armigere ed ottimi marinai. L'Istria è parimenti felice per eguali prodotti, e pre­ziosa poi per i molteplici suoi porti, e per gli abbondanti legnami da costruzione. Li suoi abitanti sono eglino pure eccellenti marinai. Possessore qualora fosse Cesare di queste due Provincie egli vedrebbe tutte di un colpo soddisfatte le mire, che il suo gabinetto ha da secoli inutilmente coltivate per condursi a figurar sui mari. I tenta-ti vi ad Ostenda, quelli a Fiume, a Trieste, gli sforzi, che Giuseppe II ha fatto per ottenere una piccola porzione soltanto, un porto nell'I­stria, offrendo .in cambio ai Veneti i suoi stati del Friuli io provano abbastanza. Le perdite, ch'egli soffrirà nel Belgio e nell'ÀUemagna troverebbero un ben abbondante compenso nell'elevarsi tutto d'un colpo a grado di potenzamarittima.JL'Istria gli offrirebbe porti eccellenti e capaci delle pia gran flotte, boschi preziosi per costruire de' vascelli; ed essa e la Dalmazia e le isole adiacenti una copia abbondante di ma­rinai. Quindi padrona del golfo, tutta l'Albania, le terre ottomane, che bagnano l'Adriatico sino all'imboccatura del canale di Corni sarebbero precarie nel loro commercio e nella loro esistenza. Ragusi diverrebbe preda necessaria della Casa d'Austria. Agevolate, com'ella necessaria­mente non tarderebbe di procurarlo, le terrestri comunicazioni cogli Stati suoi ereditari, delle quali ne ha tracciate le strade, protetto il mare da una squadra, il commercio dell'Italia sarebbe distrutto, e rese inutili ad essa l'imboccatura dei suoi fiumi sull'Adriatico, Gli Austriaci si sostituirebbero nel commercio che gl'Italiani attualmente fanno nel Levante, e quello stesso francese correrebbe rischio di molto...
Venezia, questa sede di un'antica repubblica, soggiorno delle belle arti, perirebbe nella miseria. E chi in questo caso potrebbe as­sicurare, che gli sforzi dei nemici della libertà, che Cesare avido di dominio e di gloria, non rendessero vane le cure dei patrioti? Chi potrebbe garantire, che animato lo stuolo degli aristocrati dalla dispe­razione, sostenuto dagl'intrighi, non abbandonassero Venezia mede­sima al dispotismo austriaco, e la libertà con essa dell'Italia ? Ott'ore soltanto di tempo bastano a far sbarcare dall'Istria sui suoi lidi un'ar­mata, e sorprenderne la sua tranquillità. Quest'Istria che al momento stesso dell'abdicazione della sovranità per parte dell'Aristocrazia ha manifestato il più grande attaccamento alla causa della libertà. Senza l'Istria essa non solo, ma l'Italia tutta ha perduto per sempre la spe­ranza di difendere le sue coste, di proteggere il suo commercio. L'idea della forza navale sarebbe sbandita... Tale sarebbe il destino dell' I-talia senza l'Istria...
se egli è costante, che non si vuole meno oggidì, che la gran­dezza, che la potenza della Repubblica Francese per frenare le viste