Rassegna storica del Risorgimento

POERIO ALESSANDRO ; MONTANELLI GIUSEPPE
anno <1943>   pagina <61>
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Alessandro Poerio e Giuseppe Montanelli 61
e opere del Savigny del Capponi e del Troya sull'argomento; ma anche in questi studi portava la sua enfasi poetica. A proposito dello storico napoletano, cosi scriveva al Poerio:
Nel leggere le pagine del nostro carissimo Troya *) Io avevo sempre presente vedevo quella bella faccia raggiante d'ingegno e di galantomismo e qualche volta mi son sentito cosi preso dalla forza della dimostrazione che avrei voluto posare il libro e abbracciare l'Autore.
Commosso di questo tratto affettuoso, comunicatogli dal Poerio, il Troya pel tramite di questi gli mandò un altro suo opuscolo di argo­mento dantesco *) per averne il parere, ed il Trevisani a sua volta un suo saggio, che sarà stato certamente la prima parte (l'unica composta) di quello intitolato: Dell'elemento cristiano e cattolico nelle sue relazioni colla legislazione (Napoli, 1845), nella cui Introduzione, la sola che il Montanelli mostra di aver letta, si ragiona della Chiesa di Roma che
in tempo di universa! dissoluzione, mantenne ferma l'unità de* princìpi e, nel soverchiar della forza bruta, fece rispettare l'indipendenza del pensiero e della opinione, e sola, nella notte de* tempi, e nel lungo avvicendamento de* secoli, bastò ad impedire che accadesse una soluzione di continuità tra la civiltà antica italiana e la risorta
a differenza di quello che operarono invece le Chiese d'Oriente e dei Protestanti. Era la tesi della scuola neoguelfa in contrasto con quanto avevano sostenuto il Machiavelli e il Guicciardini; e il Montanelli, nel voler ringraziare l'autore del dono, mostrava di aderire al concetto della poca influenza che le idee greche avevano avuto sulla formazione del diritto romano; ma aggiungeva :
Non vorrei che vi fossero preoccupazioni sistematiche di neoguelfismo. Son catto­lico anch'io, e riconosco che il potere temporale dei papi ha avuto la sua opportunità.
i) Cioè il Discorso sulla condizione de* Romani vinti da* Longobardi, nel quale si sostiene, com'è noto, che nei paesi italiani conquistati dai Longobardi fu total­mente abolito l'uso della legge romana; e, alla cittadinanza romana sostituita quella longobarda; e, il popolo vinto, ridotto allo stato aldionale o servile di coloni; in contrasto col Savigny, che sosteneva invece la perpetua durata del diritto romano in Italia sotto i Longobardi.
2) Deve trattarsi certamente De* viaggi di Dante in Parigi e dell'anno in cui fu pubblicata la cantica dall'Inferno; in 8 di pp. 38, estratto dal Museo di Scienze e Letteratura, giornale napoletano, fase. 25, a. Ili della Nuova serie, pubblicato il 18 settembre 1845. Vi dette occasione una memoria dell'erudito francese Vittorio Le Clcrc, Ietta in quell'anno nell'Accademia delle Iscrizioni di Parigi intorno a Dante e a Sigieri da Brabante, della quale fu pubblicato un lungo sunto nel Journal des Débats dei IO, 20 e 29 aprile 1845. Il lavoro del Troya fu poi da lui in gran parte rifuso nella rifatta edizione dei due Veltri, pubblicata nel 1856 col titolo: Del Veltro allegorico de* Ghibellini con altre scritture intorno alla Divina Comme­dia di Dante.