Rassegna storica del Risorgimento

POERIO ALESSANDRO ; MONTANELLI GIUSEPPE
anno <1943>   pagina <62>
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62 Nunzio Coppola
Ma oggi bisogna parlarne come d'un fatto storico e non coiFidea che debba restare, e anzi Dio ce ne guardi! li protestantesimo e la filosofia del secolo passato non hanno una formala organica, e dovranno cedere il campo all'idea cattolica. Ma non bisogna credere che tutto fosse errore nelle loro proposte.
E con queste osservazioni dell'amico consentiva il Poerio :
In quanto al Trevisani, mi sembra che tu ne abbi un concetto giusto; è giovine che non manca d'ingegno né di studj, ma esagera nel senso cattolico, e di esagera­zioni ne abbiamo già troppe da ogni banda.
Cominciano intanto i primi fermenti nazionali. Le prime avvisaglie vengono da Pisa, proprio dalla Casa Parrà, ove il Montanelli insieme col Giusti col Ruschi ed altri compilò quella celebre protesta contro la riammissione in Pisa delle Gesuitesse, com'erano chiamate le Dame del Sacro Cuore, dalla quale protesta si fa iniziare il risveglio politico della Toscana.
L'orizzonte poi pare rischiararsi colla elezione al pontificato di Pio IX; ed il Montanelli partecipa all'amico le prime timide speranze che se ne concepivano. Da Napoli, il Poerio, in tutto questo periodo dal 1846 al '47, per non incorrere evidentemente nei rigori della censura, evitava nelle sue lettere ogni accenno politico. Come avrebbe potuto parlargli, se il sospetto e la diffidenza incombevano su tutto il paese? Anelava di uscirne, di compiere il sospirato viaggio nella terra della sua giovinezza ove sperava di trovare sollievo alla sua salute e sfogo al suo spirito: Quanto mi tarda di... aprirti l'anima mia che in. questa popo­losa Napoli sente una solitudine di deserto. E il Montanelli lo tenta con un invito a partecipare al Congresso degli Scienziati a Genova, per aver l'occasione di poter fare insieme una gita a Roma e nella Svizzera; ma l'altro risponde:
Perchè mi vai ora seducendo o per dir meglio martirizzando con immagini di viaggi, e anali? All'eterna Roma, ed in quella Svizzera da me non veduta abba­stanza nella mia giovinezza, e la cui bellezza infinita è come un desiderio rimastomi fin'da quell'età di sorrìso e di speranza? Se sapessi come tutto mi va male, mi lasce­resti stare in questa mia, dirò, fatalità di uggia e d'ipocondria.
Ma l'occasione di appagare almeno uno di quei suoi desideri non era lontana. Erano andati a trascorrere a Napoli l'inverno del 1846-47 la contessa Maria Teresa di SeregoAllighieri e il consorte Giovanni
1) Su questa faccenda delle Gesuitesse, il cui vietato ingresso in Pisa fu magnifi­cato come l'atto pia importante del risveglio politico della Toscana ed esaltato anche rj dal GIOBERTI nel Gesuita moderno, vedi quel che ne disse il Montanelli stesso nelle cit. Memorie,, I, cap. XVIII; e il GIUSTI nelle Memorie inedite con le note del Martini a pp. 45-51.