Rassegna storica del Risorgimento
POERIO ALESSANDRO ; MONTANELLI GIUSEPPE
anno
<
1943
>
pagina
<
77
>
Alessandro Poerio e Giuseppe Montanelli 77
giardino. E la casa Parrà era anche il luogo ove più acute ed acide e astiose correvano le ironie sul quel povero deforme, eppur cosi ricco e generoso filantropo, che fu il Puccini. Il Poerio, però e onesto è autentico segno di vera nobiltà di animo non partecipò mai, né direttamente né indirettamente, alle maliguazioni e ai sarcasmi del Giusti e degli altri amici pisani sul buon pistoiese.
L'amicizia dei Poerio con Niccolò Puccini giacché trattasi di amicizia di famiglie ho motivo di credere fosse anteriore al viaggio di Alessandro in Germania; ma non mi sovvengono elementi sicuri per documentarla, la prima testimonianza di essa essendo una lettera di guest' ultimo del 1827, la quale tuttavia fa ritenere i loro rapporti anteriori a quell'anno.
Certo, occasioni a conoscersi non potevano mancare fin dai primi anni del secondo esilio fiorentino dei Poerio, essendo questi divenuti intrinseci degli stessi amici fiorentini del Puccini. E mi risulta, d'altra parte, che costui ebbe più volte bisogno di fare appello alla grande dottrina giuridica di Giuseppe Poerio e lo ebbe anche patrocinatore in alcune sue vicende giudiziarie; ma non sono in grado di dire se questa occasione fosse la causa o l'effetto di quella amicizia. Comunque, fu amicizia ben salda e duratura; e, sia Giuseppe, che Alessandro e, pare, anche Carlo, furono più volte, insieme o separatamente, ospiti graditi e desiderati nella Villa di Scornio. E, più tardi, cosi il nostro poeta lo ricordava ed esaltava:
0 dolce amico, o mio fxatel d'amore, Che sei signor di sì cortese ostello, E benché da Fortuna abbi favore Aldi del Vero, palpiti del Bello...
La parte della corrispondenza di Alessandro con Niccolò, che va dal 1827 al 1830 e che qui non si ripubblica, documenta quel periodo di vita spregiudicato scettico sensuale, che il Poerio, insoddisfatta e travagliata anima romantica, condusse fino ai, primi anni del suo esilio parigino; dal quale tornò, come ho detto, completamente trasformato spiritualmente. Durante i cinque anni della sua dimora in Francia, non pare abbia tenuta viva la corrispondenza coll'amico pistoiese, o, se pure gli scrisse, questi non conservò le missive in quel suo diligcntissimo e ben custodito archivio; ciò cbe non par credibile.
Al suo ritorno da Parigi, il Poerio, pur avendo in animo di fare una sosta in Toscana per riabbracciarvi i vecchi amici, non potè appagare il suo desiderio; nò mai più in seguito, come abbiamo visto, gli fu concesso