Rassegna storica del Risorgimento

POERIO ALESSANDRO ; MONTANELLI GIUSEPPE
anno <1943>   pagina <83>
immagine non disponibile

Alessandro Poerio e Giuseppe Montanelli 83
perduto anche questa volta l'opportuna circostanza di sodisfare a una delle poche cose che mi attira. Arrivata in Pisa dopo cinque giorni la mia Emilia fece un bambino, tutto è andato sin qui benissimo, e questo bel bambino da qualche momento di distra zione alla mia povera Sofia, la più infelice delle creature dopo la morte di suo marito. Io ho molto guadagnato in salute, non sto in letto che la notte e passeggio senza risen­tirne danno; dopo due anni e mezzo di malattia mi pare un sogno questo benessere. Io ho avuto però il Grippe in questi giorni, ed è questa la ragione che mi ha fatto indu­giare a scrivervi. Giusti passò di qua per andare a Livorno a fare le sue bagnature, non lo potei vedere per che io stava assai male quel giorno del Grippe. Mi rincrebbe, ma lo vedrò presto. Egli si lamenta sempre della sua poca salute, non sta bene infatti, ma il suo maggior male e d'essere aprensivo. Decisamente egli fa stampare la sue poesie. Gino Capponi con lettera di ieri scriveva a Silvestro Centofanti essersi tranquil­lizzato dalla recente disgrazia di sua figlia con i conforti della religione Cristiana ; egli è, per sua fortuna, diventato più che mai da qualche tempo un fervido credente. -Niccolini fu qui, ed accolto dalla scolaresca, come da tutti quelli che hanno mente e corraggia con grande entusiasmo e amore. Egli sta benissimo.
Ho letto le Liriche, nulla può lusingarvi che io vi dica che fanno la mia delizia, che le trovo belle al disopra di qualunque altra poesia di quel genere, che l'impronta vostra le rende anche più pregevoli perchè non somigliano che a quelle che potete far voi; ma voglio che sapiate anche da me che sono molto stimate, molto ricercate molto lodate molto amate. Il professore Montanelli, poeta anche lui, anima gentile, mente alta, mio grande amico mi dice averli ispirato queste poesie una che egli sta facendo per voi e che io vi farò avere subito che sarà fatta, questo mio amico è molto stimato e amato e la gioventù li è devota. A questi studenti più abili, e ve ne sono molti forniti di grande ingegno, egli ha fatto la lettura delle liriche compiacendosi di cogliere sui volti di quei giovani l'impressione che le bellezze delle vostre poesie faceva sulla loro anima.
Quanto è lunga questa lettera, mio caro Sandrino, non mi dite che vi rincresce.
Addio datemi le vostre nuove presto, parlatemi di tutto quello che vi riguarda e vi interessa; non sarò indi ferente a nulla.
Le mie figlie desiderano tanto di conoscervi, vi salutano .
Vostra aff.* Amica P. S. - Cosa sapete di Miotiche Palmieri ? L. Parrà.
A. Poerio a L. Parrà
VL
Napoli, a di 27 Giugno 1844.
Strada del Salvatore, n. 5. Gentilissima Amicai
Ebbi la vostra affettuosa lotterà del dì 14 corrente mese, là quale venne opportuna a tranquillarmi, inquieto com'ero del non vedervi giungere, e del non ricevere vostre nuove. Piaccmi sentirvi assai migliorata in salute, e pressoché ristabilita. Mi congratulo del felice sgravo della Signora Emilia o godo che la sventurata vostra Sofia trovi qual­che conforto al suo dolore nel nipotino.
Di me che posso dirvi, carissima amica ? Continuo ad essere privo di mio fratello, e non posso non averne gronde afflizione, anche per la mia povera madre, la quale,