Rassegna storica del Risorgimento

POERIO ALESSANDRO ; MONTANELLI GIUSEPPE
anno <1943>   pagina <84>
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84 Nunzio Coppola
dopo tanti inforluuj, avrebbe bisogno d'un po' di quiete. Vero e che mi è conceduto di veder Carlo ogni giorno, e che la sua detenzione par prossima al suo termine, la sua innocenza essendo di tutta evidenza.
Spero che la vostra venuta qua sia soltanto differita di qualche mese. Sono certo che quest'acre vivace ed i deliziosi contorni di Napoli contribuirebbero molto a diva­garvi e confermare la vostra guarigione. Venendo di verno abitereste in Città, ma nella state è preferibile alcuno dei molti bellissimi luoghi vicini, Sorrento, o Cava, o Castel­lammare, o l'isola di Ischia, ch'è la più cara cosa che si possa immaginare. Ho inten­zione di andarvi a stare per un pajo di mesi, tostochè mio fratello sarà libero, per ria­vermi in salute, la fiera indisposizione, o piuttosto infermità di nervi che mi travaglia, non essendo punto diminuita.
Non veggo Palmieri Miccichc da un pezzo, poiché da* principj di marzo in qua non sono più abbonato all'Accademia de* Cavalieri, dove solevo incontrarlo. Ma so eh' è in Napoli, e che sta bene, come mi ha detto un mio amico, il quale giorni fa lo vide. Egli era in lite col Marchese di Villalba suo fratello che non volle mai acconsentire a far seco i conti definitivi, ancorché fossero entrate di mezzo persone assai ragguarde­voli. Ora esso Marchese è morto, ed immagino che Michele si recherà in Sicilia per attendere a* suoi interessi. Egli non è venuto punto da me in questi ultimi mesi, mentre invece parecchi altri amici sono venuti più frequentemente. Io perciò rispettando i suoi motivi, di qualunque natura essi sieno, mi sono astenuto dal fargli visita.
Che le mie Liriche non vi sieno dispiaciute, è nuova a me grata oltremodo. L'ind u I -genza degli altri pe' loro difetti non mi fa mica credere ch'esse abbiano valore, ad eccezione di un poco di energia e di calore d'anima, ultime faville che forse presto anch'esse si spegneranno. Nello scrivere mi studio di fare il meglio ch'io so, ma scarso è l'ingegno, l'arte sommamente difficile, e parecchi autori di lodate liriche fioriscono adesso in Italia, cosicché poca speranza ho di farmi distinguere. Del Professor Montanelli che già da più anni conosco di riputazione, ogni dono mi sarà prezioso. Sento con piacere esser egli vostro intimo amico. Ricordo aver letto alcune sue terzine che assai mi piacquero.
Degli onori rendati costà al Niccolini, che io con filiale devozione venero ed amo, mi gode veramente l'animo. A Gino io non ebbi cuore di scrivere direttamente di con­doglianze; scrissi al Marchese Furinola suo genero. Seppi da lui che con gran fortezza il misero padre sopportava la morte della figliuola, fortezza più dolorosa d'ogni .dispe­razione. Quel che mi dite de* conforti religiosi mi riesce affatto nuovo, ma gratissimo. Semprecchè un alto ingegno li accoglie, io ne ho gioia sincera.
Io mi proponeva quest'anno di dare una scorsa in Toscana, e di andare a vedere la festa delle spighe a Scornio dal mio amico Puccini. Ma i contrattempi e i dispiaceri avuti non me lo permettono. Datemi vostre nuove e credetemi invariabilmente
Vostro Aff.*> Alessandro Poerio.
L. Parrà ad A, Poerio
VII.
Mio caro amico Io vi ringrazio mille volte per il gradito vostro pensiero di ricer­care di me. Quanto siete buono ! come mi fa bone questa prova della dolce vostra ami­cizia. Voi mi consolate immensamente annunziandomi il gran miglioramento operato nellu vostra salute, io vi ringrazio sopratut to di questa notizia. Mi sarebbe difficile dirvi