Rassegna storica del Risorgimento
POERIO ALESSANDRO ; MONTANELLI GIUSEPPE
anno
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1943
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pagina
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88
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Nunzio Coppola
Sino a quaresima avanzata non penseranno alla pubblicazione di questa raccolta; farò sì che le vostre ottave aian la prima cosa stampata per potervi mandare, per vostra quiete, le prove con qualche occasione particolare. Troverete le vostre iniziali in buona compagnia. Giusti è peggiorato in salute e la soverchia apprensione del male e della morte lo abbatte molto, esso ha il torto di stare con questo freddo in Pistoia. Abbiamo neve su tutte le montagne, in Firenze pure nevicò un poco. La mia Sofia rimette di settimana in settimana il suo ritorno per causa dell'immensa quantità di neve. In Bologna l'è alta più di tre braccia; non si va in carozza e sotto ai portici si passeggia fra muro e neve, come in un tubo. Questa mattina ho letto una lettera di Puccini da Pistoia a un mio amico al quale chiede un lavoro che illustri un qualche monumento del suo parco, per che mette su un libbro a questo oggetto. vi assicuto che non si da idea di una lettera simile l quello che ci è di più caro in quell'orgia d'idee è la visione permanente che ha della sua apoteosi e di quella del suo giardino, credo che vi farà qualche impressione quando lo n'avvicinerete. La mia Emilia vi saluto e anela di conoscervi. Il suo marito pure vi riverisce egli si ricorda-perfettamente di voi, della simpatia che aveva per vói e di carta divertimenti che vi prendevi con un suo piccolo cavallino. Montanelli è restato sul più bello della poesia J) che li aveva ispirato le liriche; le sue occupazioni di professore e di avvocato lo spoetizzano per sei o sette mesi dell'anno. gradite! suoi saluti, e i suoi complimenti per le ottave egli è un grande vostro ammiratore la sua anima è ardente e le facoltà della sua mente sono belle; ma io vi chiacchiero da stufFarvi della mia amicizia. Per amor di Dio amatemi un poco e
credete all'immensa amicizia della vostra
aff.ma
Lauretta Parrà.
P. S. - Sono ancora molto debole, vi derivo sdraiata abbiate pazienza se sono indecifrabile qualche volta, ho un secretano che scrive peggio di me.
l) La poesia del M. rimasta incompiuta, credo sia quella che così trovasi tra le sue carte di Livorno, scritta a matita; e della quale ho potuto decifrare alcune strofe:
Non le donne esalti il canto, Non il fumo dei bicchier Puro al Ciel s'elevi, e santo Al Signor voli il pensier
Per Italia una preghiera, Dolce amico, e sia per te Una prece che leggiera Del Signor s'avanzi al pie*
Libertate a Italia doni Doni giorni di splendori. Di letizia i tuoi coroni E il tuo capo orni d'aliar
Sopra un cor che il tuo comprenda Posi placido il tuo cor. Cessi, o Italia, la vicenda Del servaggio e del dolor.
E tu, amico, la consola Come rivo all'egro fior II tuo canto e la parola Sia conforto al suo dolor
Canta, il sai, perchè dal fondo Degli abissi alio splendor Delle stelle, un inno il mondo D'armonie fosse o d'amor.
Dio nel Ciel pose i concenti Delle sfere intorno al Sol D Poeta frolle genti, Nella macchia l'usignuol
Il tesor di poesia Che poneva nel tuo cor Perchè celi d'armonia O possente alma e d'amor.
In Italia che dispera Serva al dubbio ed al timor Bianca innalza la bandiera Della Fede e dell'amor
Canta l'inno d'alleanza Dello nuova uinanità Nella morie la speranza E nei ferri'libertà.