Rassegna storica del Risorgimento
POERIO ALESSANDRO ; MONTANELLI GIUSEPPE
anno
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1943
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pagina
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91
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Alessandro Poerio e Giuseppe Montanelli 91
XII. Caro Amico
Nell'ultima mia lettera in risposta alla cara vostra del 19 corrente io vi parlai del mio amico Signor Frateau de Henny di Parigi latore della presente, indicandovi una persona incaricata di rimettervi le poesie del Giusti che per lui v'invio. Qneste poesie che vi ho mandate già da qualche mese furono consegnate dal signor Pietro Zanch figlio del console austriaco in Livorno a un greco di nome Basili un imbecille, il quale ha finalmente scritto di aver avuto paura di trasmettervele. È inutile il confondersi con questo coniglio e senza stare a ricercarli i due libbretti, che ha tutt'ora seco in Napoli, trovo più semplice cosa il rimandarveli per mezzo del mio amabile amico Frateau il quale raccomando alla vostra benevolenza, esso è degno di grande stima tenetelo per una perla.
Il giorno dopo che io vi avevo scritto di non aver ricevuto 1' Iride fortunata che racchiude in se la magnifica vostra poesia, la ricevei insieme colla vostra lettera graditissima, benché antica. Io vi ringrazio, mio caro Poerio, e siete certo che mi tengo molto caro questo libbro datomi da voi e contenente cose vostre. Non so cosa dirvi delle molte cose che sento tutt'i giorni in lode del vostro canto a Bellini, siete proclamato poeta sublime da poi che vi siete fatto conoscere. Siccome vedo delle persone di molto buon gusto in letteratura, non sento parlare delle cose vostre che con immensa ammirazione: io vi ringrazio nuovamente per me, e vi ringrazio anche per i miei amici, del piacere grande che ci avete dato procurandoci la lettura di cosa tanto bella. Montanelli vi ringrazia del vostro saluto, ve lo rende e si congratula con voi; esso è, come vi ho detto altra volta, un grande vostro ammiratore. State tranquillo vi prego per la pubblicazione della vostra poesia da stamparsi qua; essa non vedrà luce senza che abbiate riveduto le prove; io non mi dimentico di quello che prometto e mi duole che ne temiate. Sono stimolata di chiedervi una licenza relativa a una particolarità vietatami nel mandarmi la vostra poesia; ma mi sono protestata a non chiedervi nulla, io non voglio essere una vostra croce e poi per quel filino di amicizia che potete avere per me, non mi va di dovervi seccare, e mettervi giustamente al punto di gettare le , mie lettere nel caminetto senza leggerle, dico bene? Per questa volta sono persuasa che mi date mille volte ragione.
Si dice in Firenze che Giusti prende moglie. H Capponi sta bene di salute ; ma ceco oramai senza più speranza ! So che detta molto occupandosi di lavori storici. Niccolini in questi ultimi giorni ha mandato al Puccini una composizione su Dante per essere inserita nella raccolta dei illustratori dei suoi monumenti: del resto io non ho nulla per conto mio contro al- Puccini il quale anzi, mi da spesso occasione di meravigliarmi della Bua cortesia e benevolenza; ma solo lo trovo grotesco di spirito di carattere e di sentire, tutto questo sparisce con la considerazione che faccio della stima e amicizia che ho per voi. Le mie figlie, Fantoni vi salutano, tutti desiderano di vedervi qua. Rosici vi saluta pure e mi ha detto .che vi scriverà uno di questi giorni. Sono, mio caro Poerio, impaziente di sapere che voi e la buona vostra mammina siete in via di perfettamente ristabilirvi in salute. Spero che il vostro fratello vive tranquillo malgrado tutti gli orrori le stranezze che mi si dice usare dalla polizia di questo vostro paese. Addio raccomando alla vostra benevolenza il mio caro
amico Frateau, credetemi vostra come sempre
aff.*0* Amica
L. Parrà. Pisa 81 Marzo 1845,
1) Sn le voci di un preteso matrimonio del Giusti vedi una sua lettera da Livorno ad Atto Vaunueci, del 22 agosto 1844 (Epistolario, II, p. 83 e p. 298 n.).