Rassegna storica del Risorgimento

POERIO ALESSANDRO ; MONTANELLI GIUSEPPE
anno <1943>   pagina <93>
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Alessandro Poerio e Giuseppe Montanelli 93
G. Montanelli e L. Parrà ad A. Poerio
XIV. Stimat.mo Sig. Alessandro,
Siccome la Sig,** Parrà oggi non si sente molto bene, le scrivo io per lei mandan­dole le bozze delle belle ottave che ci ha favorite - La Raccolta di Prose e Versi a bene­fizio del Monumento Frassi di cui fanno parte non stampandosi in Fisa, ma a Firenze, erano già state composte dallo stampatore le Ottave, prima che gli mandassi l'ultima correzione della prima ottava da lei fatta. E perciò non la troverà nelle bozze che le mando. Così ci troverà errori tipografici che avrei potato correggere anch'io, ma che lascio correre per non occupare lo spazio in cui a lei potrebbe forse piacere scrivere ancora qualche altra mutazione. La prego della sollecitudine nel rimandare queste bozze. Le saremmo poi infinitamente obbligati se si compiacesse di mettere il suo nome alla composizione. Ella è tanto conosciuto fra noi che contribuirà molto a dar credito allibro il sapere che ci sono dei versi suoi. Tommaseo, Giusti e altri hanno messo tutti il loro nome. *) La Parrà mi dice di salutarla tanto tanto. Essa la aspetta presto in Toscana. Questo desiderio è mio pure, poiché sono ansioso di manifestarle a voce quella stima che mi hanno
Mio caro Poerio Sin qui vi ha scritto Montanelli; ma al tocco della campana delle quattro è stato obbligato di gettar via la penna e scappar via; doveva essere già dalla Marchesa Azelio dove è invitato a pranzo. E vicina l'ora che si chiude la posta e prevedo che non potrà licenziarsi in tempo per terminare la sua lettera, io d'altronde sto meglio adesso di dianzi, essendomi tenuta sdraiata e quieta; penso che è meglio che finisca, io la lettera per essere in tempo a farla partire oggi. Si chiede tutti in piacere che permetterete che si metta il vostro nome sotto alle vostre ottave; ma se ciò vi deve contrariare diteci pure di no. Giusti è qui da domenica, e si trattiene sino a dopo la luminara. 2) Ieri sera ho sentito leggere le sue nuove poesie, ho fatto delle basezze per poterne copiare qualche brano e mandarvelo; ma non mi è anche riuscito. Gingil­lino è un lavoro molto più lungo di quelli fatti sin ora e vi sono dei squarci superbi. Datemi buone le vostre nuove e quelle di vostra madre. Gradite mille amicizie da parte di tatti della mia famiglia e credetemi vostra come sempre
aff.* Amica
L. Parrà. Pisa 4 Giugno 1845.
P. S. Vi mando sotto fascia le prove. 3)
') Il Tommaseo v'inserì i versi: A una sposa novella di colto ingegno; e il Giusti: L'amor pacifico, e l'epigramma Contro un letterato pettegolo e copista. Tra gli altri vi sono scritti del Mayer (Archimede e il suo discepolo, epigramma di F. Schiller), di M. Ta-barrini (Ricordi sulla vita d'un giovane, prosa). Montanelli (Frammento dfun dramma filosofico), G. La Farina (Pasquale Bruno), G. Prati (A. M. T.t Urica), A. Maffei (AWAme-rica, sonetto) ecc.
2) La luminara si faceva a Pisa ogni tre anni, nel giugno, in occasione della festa di S. Ranieri, patrono della città. S'illuminavano a disegni tutte le case del Lungarno; ed era a vedersi stupendo spettacolo. (MAUTINI, Epistolario cit.t II, p. 278, n.).
3) Di mano del Poerio: Risposto a1 14 Giugno 1845 .