Rassegna storica del Risorgimento
TRIVULZIO DI BELGIOIOSO CRISTINA
anno
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1943
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pagina
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100
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Mano Battistini
UNA LETTERA INEDITA DI CRISTINA DI BELGIOJOSO
Cristina di Belgiojoso ha atteso lungamente che le fossero riconosciuti i grandi meriti per l'azione senza tregua spiegata in favore della causa italiano, ma Fora è suonata ed i tre ricchi ed interessanti volumi che le sono stati dedicati, sereni, obiettivi e riccamente documentati1) rendono all'ardente Milanese, non solamente giustizia, ma la purgano completamente da tutte le accuse, dalle insinuazioni e calunnie delle anali tanti dei suoi contemporanei vollero caricarla. Nocque, forse, a questa donna ecce" zinnale la nobiltà eia ricchezza, i due nomi che portava e che già nei secoli precedenti avevano, in patria ed all'estero, brillato di gloria non effimera, ma eopra tutto nocque alla coraggiosa ed ardente patriotta l'esser nata troppo presto, di professare idee troppo ardite pel suo tempo e d'unire ad un'attività politica, mai interrotta, un ingegno vivo e pronto, di dedicarsi agli studi, di scrivere, d'agire, ovunque e sempre, anche quando le sue condizioni di salute avrebbero dovuto imporle riposo e calma, e le nocqnero pure la bellezza fisica e l'attrattiva che esercitava su quanti l'avvicinavano. Nessuna calunnia, nessuna insinuazione le fa risparmiata, e se il sesso femminino prevalse, con le chiacchiere sparse nei salotti e nelle feste, dove tanti perdevano il loro miglior tempo curando la propria fama, denigrando l'altrui, gli uomini, o perchè respinti dalla bella dama, che stimavano più una preda facile, che una mente ed un cuore ad essi superiori, o perchè abituati a veder la donna in una condizione d'inferiorità e decisi a mantenervela, non sentirono disgusto a spargere sulla Belgiojoso delle infamie grandi e piccole, da loro stessi inventate o che ben sapevano esser pure invenzioni d'anime cattive. Oggi la luce piena ed intera è fatta intorno a questa grande figura e se il lettore trae dall'opera a questa consacrata un intimo e sincero piacere, una grande soddisfazione deve riempire il cuore del valente storico nostro.
Se la principessa di Belgiojoso ebbe in Italia ed in Francia critici, non osiam dire severi, nel senso alto della parola, ma piuttosto per partito preso e, come scrive il Malvezzi, senza essersi neppur presi il disturbo di leggerne le opere, nel Belgio può dirsi che il silenzio assoluto, una delle armi preferite dai circoli colti di quel tempo, fu deliberatamente fatto intorno al nome di quella. Che essa potesse avere in questo paese degli ammiratori, non crediamo, per le ragioni sopra dette e lo stesso Gioberti, male informato dal Massari, del quale il Malvezzi ha mostrato la condotta subdola verso la Belgiojoso, non poteva nutrire alcuna simpatia per questa ed infatti nel suo Primato non la ricordò neppure di passata, benché avesse, senza dubbio, meriti almeno uguali a tanti che il filosofo vi nominò. Forse coloro che erano in qualche intimità col- Piemontese ne subirono l'influenza, perchè ci maraviglia il silenzio del Raoul, amico e collega del Gioberti, che si occupò spesso, in riviste e giornali, d'opere italiane e d'Italiani, sìa relative alla letteratura quanto alla storia.
E noto che la Belgiojoso passò qualche volta pel Belgio e la prima volta che vi si arrestò, fu nel luglio 1840, per recarsi con la piccola figlia a Ems per la cura di quelle acque e senza dubbio si trattenne qualche giorno a Bruxelles, perchè il suo nome si leggo nei registri della polizia.2) L'Austria la seguiva ed infatti da Brnxolles, Domenico Salvador!* rinnegando un lungo passato d'onoro e di patriottismo, passato a servizio
i) A. MALVEZZI, Cristina di Belgiojoso, Milano, Treves, 1937, 3 volumi. 2) Anca, COMUNALE BRUXELLES, Registro, passaporti 53, n. 2338, Arrivò da Parigi il 12 luglio e discese all'albergo Rcgence.