Rassegna storica del Risorgimento

TRIVULZIO DI BELGIOIOSO CRISTINA
anno <1943>   pagina <101>
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Una lettera inedita di Cristina di Belgiojoso 101
del nemico e oppressore della propria patria, informava Vienna che la principessa aveva avuto due lunghi colloqui con Gioachino Lelewel, il degno emigrato polacco che in Europa ha pochi pari, come scrisse il Gioberti nel Primato. *)
Nato a Varsavia nel 1786, professore all'Università di Wilna il Lelewel fa esiliato dai Russi nel 1824, ma nel 1830 fu membro del Governo provvisorio polacco ed in seguito agli avvenimenti politici esulò in Francia, di dove, espulso nel 1833, si rifugiò con molti compatriotti a Bruxelles. Povero, nella più squallida miseria trovò.conforto e forza nello studio e nel 1835 pubblicò un'opera sulla numismatica del medioevo che spronò gli studiosi alla costituzione di quella Società reale di numismatica, della quale fu prc* sidente d'onore fin dalla fondazione* Espulso, senza ragione, con molti altri Polacchi dopo x moti organgisti del 1834, le proteste indignate valsero a ricondurre il Ministero belga a più ponderati sensi di giustizia. Né la miseria, uè la malattia diminuirono la fede e l'ardore nel cuore del Lelewel, il quale, benché immerso negli studi, non dimen­ticava la patria lontana e VEpistolario del Mazzini e quello del Gioberti ce lo mostrano sempre vigile ed attivo. Se la polizia belga sorvegliava i Polacchi, l'amba sciatore austriaco a Bruxelles inviava a Vienna dei rapporti frequenti su quelli, specialmente nel 1837, epoca nella quale il diplomatico era impressionato dal sorgere d'una società cosmopolita e da un'eventuale riunione d'essa a Londra, ed il 1 settembre 1837 scrivendo al Mettermeli lo informava che il presidente nominale di quella pericolosa società era appunto il Lelewel, assistito dal compatriotta Saleslri, e che scopo dell'asso­ciazione era di preparare una rivolta in Ungheria, in Polonia, in Germania ed in Italia.2) La sorveglianza sul Lelewel aumentò perciò e le spie austriache e la polizia belga non cessarono un momento di tenerlo d'occhio. Infatti un nuovo decreto d'espulsione fu preparato contro il Lelewel nel 1848 per aver firmato con altri, un indirizzo al Governo francese che era stato riprodotto dal giornale Eclair del 6 maggio; ma la protezione d'uomini eminenti, l'energica difesa d'Edouard Ducpétiaux valsero a trattenere il ministro da dare esecuzione all'iniquo provvedimento. Non può perciò recar meraviglia che l'incontro del dotto polacco con la Belgiojoso non sfuggisse alle spie che l'Austria aveva numerose a Bruxelles.
Nella seconda visita che la principessa fece a Bruxelles nel 1842, ritornando a Parigi, aveva forse lo scopo d'incontrarsi di nuovo col Lelewel o con altri ? Il Malvezzi non accenna assolutamente a nessun incontro, né noi possediamo alcun elemento a questo riguardo. Benché il biografo affermi chela Belgiojoso fosse a Parigi nella seconda metà di giugno del 1842, i documenti di Bruxelles, cioè i registri della polizia citati, ci dicono, e su essi non può cader dubbio alcuno, che la signora arrivò a Bruxelles il 4 luglio, diretta verso Parigi e alloggia all'albergo Bellevue, sulla Piazza Beale.8) Nessuna trac­cia di Barnaba Borlasca si trova in quei registri, ma si può ritenere che la principessa si fosse fermata nella capitale del Belgio per attenderlo e che, appena giunto, si rimet­tesse con quello in viaggio verso la Francia e per questo il nome del genovese non è iscritto nel registro, giacché i viaggiatori avevano stretto obbligo di presentarsi alla polizia, solamente quando si fermavano più di uno o due giorni. Questa circostanza
') Sul Salvador efori i miei scritti! /folloni a servizio dell'esercito belga, in questa Rassegna, 1934, fase. V; Esuli amici di A. QueteUt, in Nuova Rivista Storica, 1932, fase. 4, e Un editore livornese a Bruxelles: G. P. Meline, in Bollettino Storico Livornese. 1937, n. 3.
2) Ancor. STATO VIENNA, Rapporti del conte di Rechberg a Mettermeli.
3) Ancn. COMUNALE BRUXELLES, Registro passaporti 57', n. 1893.