Rassegna storica del Risorgimento
TRIVULZIO DI BELGIOIOSO CRISTINA
anno
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1943
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pagina
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103
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Una lettera inedita di Cristina di Betgiojoso Ì03
Revuc des Revues di Bruxelles, pubblicazione doli casa editrice Meline, che esercitava l'industria della contraffazione di pubblicazioni francesi in specie, e nella quale erano riprodotti gli articoli delle principali riviste francesi. L'articolo era di Paul in Lùnayrac, collaboratore della Revue des deux mondes e d'altre, ed in esso il critico, dopo aver giustamente osservato che la traduzione del Vico, data dal Michelet era una traduzione accorciata, quasi mutilata, quella che oggi pubblica una donna celebre, una principessa che ha cominciato coi Padri della Chiesa (allusione a l'Essai) la principessa di Belgiojoso, è un'opera lodevole, benché né la traduzione né la prefazione contengano niente di nuovo sul carattere genio e sistema del Vico. Una punta critica, non priva di malignità, non manca però, concludendo lo scrittore che l'autore della prefazione si esprime in due generi; cioè ora scrive il s*est efforcé, ora elle est satisfaitc. Un adulatore direbbe che il genio non ha sesso, e sarei inclinato a dirlo, se non avessi la chiave dell'enigma che la principessa di Belgiojoso mi fornisce ella stessa, allorché parla degli amici ai quali ha domandato consiglio e dell'aiuto che ne ha ricevuto. Non sarebbe forse allora qualcuno de* suoi amici irresponsabili che avrebbe dimenticato di riprendere la propria prosa ? Perchè dunque prendere a prestito quando si è ricchi ? ') Nessuno scrittore belga s'occupò del lavoro sul Vico, che chiude il periodo, durante il quale la principessa s'occupò di studi filosofici, come nessuno s'occupò della sua Histoire de la Lombardie, pubblicata sotto il nome di Lezat de Pons, né della Histoire de la maison de Savoie e si deve all'industria del Meline ricordato se anche nel Belgio furono letti gli importanti articoli, che la Belgiojoso pubblicò a Parigi nella Revue des deux mondes nel 1848 (tomo 3, pp. 605-626 e tomo 4 pp. 615643), poiché li ripubblicò integralmente compresa la nota che la redazione della rivista parigina aveva posto al primo articolo. 2)
Ritornando al Lelewel niente sappiamo intorno alle sue relazioni colla Belgiojoso, né il Malvezzi ha scoperto negli archivi esaminati, nessun documento o lettera dell'esule polacco. Forse, come lo storico scrive, se tanti documenti uscirono per opera di mani colpevoli dall'archivio della principessa, non è azzardato ritenere che le lettere del Lelewel abbiano subito la sorte della lettera che il Gioberti aveva diretto a quella, lettera che fino ad oggi rimane nascosta.
Non trafugata è la seguente lettera che la Belgiojoso diresse al barone Giuseppe Poerio, che si conserva nella Biblioteca reale di Bruxelles. 3)
Caro Poerio. Ho ricevuto la vostra lettera direttami ad Orléans e che mi fu spedita a Tours ove mi trovo in questo momento, e mi affretto a rispondervi, che vi autorizzo a comunicare ad Emilio tutto ciò che riguarda i miei guai col Sigr. Fasanini. Io non gliene ho mai parlato con dettagli per non annoiarlo e forse inquietarlo ripetendogli le ridicole minaccio di un uomo, che è difficile far tacere, essendosi egli messo al di sotto di tutti i mezzi ammessi nel mondo per finire di tali affari. Mi sono più volte pentita di avervi messo di mezzo con questo signore, e mi vado dicendo che avrei fatto meglio a rivolgermi ai miei servitori* Vi protesto però caro Barone che allorquando vi pregai a volervi intromettere in questo affare ero ancora ben lungi dal conoscere e dal credere a tutta l'estensione della pazzia del Sig. Fasanini. Ma che volete ? Ora il male è fatto, ed altro non mi rimane che ad esprime/vene tutto il mio rammarico. Vi ripeto del resto che vi autorizzo a far parte di lutto ciò ad Emilio; se un esclamlrc, cioè qualche insolenza a me diretta, deve risultare
i) Anno 7, voi. 8, 1844, pp. 356-357.
2) Revue dea Revues 1848, tomo 3, p. 695 e 4, p. 615.
3) La lettera fu acquistata a Parigi nel 1877 e faceva parte del l'autografo teca di Laurent Vcydt d'Anversa, già ministro delle finanze, morto a Parigi nel 1877.