Rassegna storica del Risorgimento

"RIFORMA (LA)"; COLONIE ; GIORNALISMO
anno <1943>   pagina <108>
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Màssimo Petrocchi
Nel gennaio 1885 il presìdio di Gordon a Khartum è sopraffatto dalle forze del Mandi ; l'esercito inglese deve ritirarsi dal Sudan. Situazione che rendeva estremamente delicata la posizione italiana perchè mentre da una parte 1* Inghilterra voleva trarre il massimo fratto dal consenso datoci all'occupazione di Massaua (7 febbraio 1885) avvenuto solo qualche giorno dopo l'eccidio di Khartum , si era sbarcati a Massaua senza forti garanzie: ce noi siamo andati in Africa scriveva La Riforma (11 febbraio 1885) a tatto nostro rischio e pericolo; con la semplice simpatia dell'Inghilterra, colla indifferenza e forse con la mal celata ostilità delle potenze centrali* e con la naturale non. celata avversione della Francia tanto più che pochi soldati italiani hanno oc­cupato Massaua, punto importante per l'Egitto, chèla Porta obbliga a non rinunciarvi, come -dicono i dispacci del giorno, punto agognato dalI'Abissinia come suo sbocco naturale nel necessario mare. E l'assenza di una garanzia politico-diplomatica era, in quel giro di tempo, anche duramente criticata dal Crispi stesso: Siete andati nel Mar Rosso senza accordi, senza garanzie, sperando che questi accordi sarebbero venuti pei. ')
Invero, Francesco Crispi e il suo gruppo avevano visto acutamente che il problema coloniale : per l'impossibilità di aiutare eventualmente Cassala (12 maggio 1885) con la sola occupazione di Massaua, strategicamente falsa per l'eventualità di essere minacciata da grandi forze (19 marzo 1885), con lo -sciupio di grandi quantità di viveri per mancanza di magazzini adatti (12 aprile 1885), con condizioni pessime sotto all'aspetto igienico, e sotto all'aspetto commerciale (7 gennaio 1886) era stato impostato assai male; tanto più. che con la prospettiva di un perpetuo litigio diplomatico con la Francia (7 maggio 1885) gelosa della penetrazione italiana in Africa e con la posizione di aver da un giorno all'altro contro di noi, la Porta non solo, ma l'Inghilterra, mentre, d'altro lato, non vi è ragionamento d'ufficioso che valga a cangiar forma e sostanza al contegno del Te di Abissinia, il quale non potrebbe essere evidentemente né più avverso, né più sprezzante (25 marzo 1885) si era rimasti moralmente e spiritualmente isolati in quella ancora timida, infruttuosa politica africana, in una atmosfera eccitata dove non si sapevano porre argini ben giustificati.
Tattica governativa che rasentava avventure ideali e slittamenti storicamente ora assai definiti. L'eccidio della missione Porro, il 9 aprile 1886, aveva lasciato oscil­lante il Governo.
L'abitudine del giornale, sempre ricco in variazioni critiche, si tende adesso al massimo nel rimprovero, che ha davvero un suono di non repressa ira: o lasciar l'Africa, o forvisi rispettare. Continuare in questa politica miserabile, inetta, che ripete tragica­mente nel continente nero, nel cospetto del mondo, a ludibrio del nome italiano, le piccole viltà, le costanti debolezze, la irrisolutezza perpetua che distinguono a Monte­citorio la politica dell'onorevole Deprefcis, è un delitto, non solo di lesa patria, ma di
beninteso] decadessero per sua colpa; ha rinunciato all'esercizio di qualunque influenza politica, allora che quell'esercizio era, non più soltanto utile, ma necessario, per le posizioni che andavano prendendo nel Mediterraneo altre potenze a noi inevitabilmente rivali. In quanto all'interno, né per lo Scioa, ne per l'Abissinia, né pei paesi Galla, e in se stessi e nei loro rapporti con Àssab, esso ha mai avuto un ideale, un programma, un
concetto.
i) F. CRISPI, La prima guerra d* </Wco, a cara di T. PAIÌAMENGHI-CRISPI, Milano,
1914, p. 2.