Rassegna storica del Risorgimento
"RIFORMA (LA)"; COLONIE ; GIORNALISMO
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1943
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pagina
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109
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Inizi di giornalismo coloniale La Riforma 1881-1887 109
lesa umanità (28 aprile 1886). ') L'ultimo disastro della serie fu Dogali, nel gennaio 1887: e si ricordi in Italia la immediata risonanza di affetti traditi, di decoro venduto, di spirituali miserie, eie polemiche sulla necessità di abbandonare le avventure africane, o di vendicare invece i morti dell'eroico De Cristoforis e di rielevare l'onore nazionale.
A qualche mese di distanza, quando già dall'aprile Crispi era Ministro degli Interni, La 'Riforma associava al ricordo dei caduti di Dogali la speranza, più calma, di una politica coloniale davvero generata dal sentimento del paese.2)
Nel luglio dello stesso 1887 Crispi prendeva le leve della Presidenza del Consiglio e della politica estera. Un compito grave lo attendeva; con in più il rimpianto di anello che si sarebbe potuto fare, l'amaro pane di Crispi.3)
E, con Crispi, correnti e coscienza coloniale si spostano, nel confluire di vari movi menti (di uno dei quali abbiamo sentito la voce), in un piano diverso: tecnicamente è l'affermata necessità di un ampliamento della ristretta cerchia d'azione di Malsana; idealmente, anche se senza grande fortuna per un ben noto complesso di motivi, non tanto diplomaticomilitari quanto politicoideali, è la consapevolezza di una maggiore interiore responsabilità e dignità nelle variazioni e risoluzioni della politica coloniale.
MASSIMO PETROCCHI
I ) Il 24 gennaio 1887 scriveva: Si è poi condotto il nostro Governo con cosi poca risolutezza, e ha dimostrato di possedere cosi poca forza, che, oramai, in Africa, non v'è più alcuno che creda alla nostra potenza militare, e, sarebbe naturalissimo che He Giovanni ci ritenesse un avversario di cui può avere ragione con la maggiore facilità.
a) Oggi, dato a ciascuno il suo, sarebbe non soltanto inutile ma antinazionale, una opposizione che si volesse creare al sentimento generale del paese, il quale reclama che si ripari al mal fatto, e che non si lascino invendicati i valorosi caduti per mano di spietati nemici (18 maggio 1887).
I) Come ha detto cosi bene il Volpe. G. VOLPE, Francesco Crispi, Venezia, 1928.
p. 13.