Rassegna storica del Risorgimento
anno
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1943
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pagina
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116
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"6 Libri e periodici
nello stosso tempri, delle improvvise audacie e della inutilità finale della resistenza a una provetta organizzazione politica e militare, esperta di secolari vicende, mirante, impassibile, a scopi secchi, immediati.
Insomma, la presente pubblicazione, oltre a precisare fatti e minuzie utili alle ricostruzioni particolari degli episodi di quella campagna, leva, ancora ima volta, il velo sulle più piccole cose, che punteggiano la trama del dramma risorgi-mcntistico, suggerisce interpretazioni e notizie del sostrato sociale della rivoluzione politica, non disprezzabili, quando si voglia calare o ascendere alla intelligenza, non solo dei fatti militari, diplomatici, economici ma dell'anima degli uomini, che agirono, minori personaggi, nel più complesso quadro della lotta per l'indipendenza nazionale.
L'ampio saggio, che il Dalla Pozza premette, a dimostrazione dell'intento unitario dei patriotti veneti del 1848, raggiunge, nel complesso, onorevolmente, la prova dell'assunto, e naturalmente, più e meglio nei riguardi degli uomini e degli episodi che cadono nella più diretta proiezione dell'angolo visuale prescelto. p -,
TEODOSIO MARCHI, Stefano Massari e la Lunigiana parmense. Quaderno ri. 65 de La giovane montagna ; Parma, 1941-XLX.
Questo giudice rivoluzionano appartiene all'epoca della nostra storia che va dall'anno 1846 al 1859, dalla vigilia dell'anno cavalleresco al compimento dei destini dell Italia d allora; era parmigiano, nato da famiglia povera, a Cortile San Martino, nel 1815. Stefano Massari, Pretore a Busseto, nominatovi dal Governo provvisorio, passa poi nel 1849 alla pretura di Pontremoti, quando la Lunigiana è aggregata al Ducato di Parma, poscia pretore a Langhirano nel 1850. A Langhirano si oppone alla prepotenza brutale di un gendarme del Duca verso due suonatori ambulanti che avevano osato intonare l' Inno d'Italia e rischia lui la pena infamante del bastone. A Parma, giudice di quel Tribunale, tien testa, nella giornata del 22 luglio 1854, alla soldataglia avvinazzata che vorrebbe invadere la sua casa. Consigliere della Corte parmense nel 1856, nel giugno del 1859, dal Governo del Re di Sardegna, gli viene affidata la reggenza provvisoria, quale Intendente per la provincia di Pontrcmoli, perchè sorreggesse e alimentasse in quella popolazione, avversa al Borbone e proclamante reiteratamente la propria volontà di annessione al Piemonte, hi serena fiducia nell'unità e nell'indipendenza nazionale, pur dopo Villafranca, predisponendone l'amministrazione secondo le condizioni e i bisogni economici. Urano poco più di 30.000 abitanti in zona quasi tutta montagnosa, che aveva risentito, nell'indole degli abitanti, nello sviluppo economico, cosi del buon governo del Granduca di Toscana, come del malgoverno del Duca di Modena. Unica ricchezza il bestiame, gravosi i tributi, difficili gli scambi per la scarsa viabilità, le barriere doganali* la varietà dei sistemi nella moneta, nei pesi, nelle misure. Grande la miseria, forte l'emigrazione stagionale. L'istruzione elementare distribuita nei capoluoghi di Comune; maggior centro culturale era Pontrcmoli, capoluogo di Provincia, poi Bagnone. Stefano Massari in una Relazione redatta nella sua qualità d* Intendente della Provincia della Lunigiana parmense, non solo ne traccia il quadro attuale ma ne addita sapientemente le necessarie riforme: sia quanto alla circoscrizione amministrativa nel Regno unito, quale parte della Provincia di Massa e Carrara o della Val di Taro o della Spezia; sia per la sistemazione della rete stradale, della linea ferroviaria Parma-Spezìa, della linea telegrafica; sia per l'abolizione delle Dogane, sia per l'allevamento dei tributi mediante la perequazione catastale, sta per la sistemazione dei bilanci comunali in relazione alle opere indispensabili per le strade, per l'acqua necessaria alla alimentazione e all'irrigazione e in relazione a una conveniente sistemazione edilizia nelle frazioni e borgate, quanto