Rassegna storica del Risorgimento

anno <1943>   pagina <117>
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Libri e periodici 117
ali*igiene e alla sicurezza dell'abitato. Tanto più notevole lu saggia e tecnicamente esperta Reiasione di Stefano Massari, in quanto traccia, sino dal 1859, i cposaldi di quel problema della montagna , che le grandi inchieste .1 acini e Faina, Tana dopo il 1870, l'altra dopo il 1900, hanno anche maggiormente approfondito e che il regime fascista sta affrontando in pieno. Problema che si mantiene tuttora pressoché invariato, nel suo stato attuale e nella sua risoluzione, anche per la nostra Provincia. Tanto più significativa, dunque, la correlazione, accentuatissiina nella sagace esposi* zione di Stefano Massari, fra le condizioni di vita materiale e le condizioni dello spirito pubblico: alle assicurazioni dei Podestà che tutti gli abitanti erano animati da sentimenti caldissimi per il nuovo ordine di cose, il Massari aggiungeva, quale frutto dei suoi personali rilievi che se, in generale, era grande il desiderio di miglio* rare le condizioni', non egualmente grande era in tutti il desiderio di cooperare, per quanto possibile* a tale miglioramento. Specialmente per la maggior parte della popolazione, che era di poveri contadini della montagna, all'amore che essi real­mente e sinceramente sentivano per la Nazione e per la Monarchia Sabauda e il suo Governo, si doveva far corrispondere dalle amministrazioni locali* nel fatto concreto, la dimostrazione del reale vantaggio portato dal nuovo ordine costitu­zionale. Del resto, che all'animo del magistrato rivoluzionario fosse pienamente conso­nante quello di ogni ordine di cittadini e di ogni ceto, lo dimostravano i moti insur­rezionali del maggio in Lunigiana, quando quelle popolazioni si affratellavano con le truppe sarde e toscane, sopraggiunte, resistendo all'artiglieria e alla gendarmeria ducali, e rinnovarono, riconfermandolo, l'atto di dedizione al Governo piemontese e verso il Re Sabaudo. Nominato subito dopo, dal Dittatore L. C. Farmi, prima Inten­dente Generale a Parma, poi Direttore del Dicastero dell'Interno , conferendogli tuttavia titolo, rango e stipendio di Consigliere della Corte Suprema di Revisione; costituito l'unico Governo dell'Emilia comprensivo dei territori di Parma e Modena e della Romagna, rientra effettivamente nella magistratura giudiziaria: Consigliere della Corte d'Appello di Parma nel 1860; Presidente della Corte d'Appello di Casale nel 1874; Consigliere alla Corte di Cassazione di Roma nel 1876, con tale titolo e grado copre gli uffici di Presidente di Sezione alla Corte d'Appello di Roma, poi di Primo Presidente alla Corte d'Appello d'Ancona nel 1878, ed ivi ebbe a provare la sua tempra di giudice integro e indipendente. Per domanda passò a quella di Parma nel 1882, Deputato al Parlamento nazionale per la X Legislatura, dal 1867 al 1870, ispirò la sua opera prevalentemente agli interessi della Nazione. Ne illustra sui docu- nienti, sulle carte inedite, su pubblicazioni, la vita di patriota, di magistrato, di pubblico amministratore, di uomo politico, il professore Teodosio Marchi, ordinàrio di Diritto Costituzionale alla Facoltà Giurìdica della R. Università degli Studi di Parma, dando soprattutto risalto alla sua naturale dirittura e alla schiettezza della
RAFFAELE COGNETTI DE MARTIIS
ETTORE MITRAGLIA, Carlo Maria L'Occaso patriòta e letterato calabrese, con prefazione di ABTURO CODIGNOX-A; Genova* tip, M. Terrìbile Olcesc, a. XX, in 8, p. 287* Lire 20.
La vicenda politica e letteraria di Carlo Maria L'Occaso è una prova incomparabile dello svilupparsi del sentimento patriottico in certi remoti ambienti provinciali del Mezzogiorno dalla frequentazione dei buoni studi, dall'ardore della ricerca* non sem­plicemente erudita* delle origini storiche della civiltà locale* dal vivace commercio di idee e di aspirazioni letterarie e cultural i in ambienti* nei quali, per la relativa primi­tività della struttura economica e sociale circostante, difficilmente ci aspetteremmo una così intenta e, sopra tutto, numerosa società di uomini di lettere. Dall'altro canto, questa vita letteraria non transige con il carattere rude* impetuoso, e con l'inesperienza
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