Rassegna storica del Risorgimento
anno
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1943
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pagina
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120
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120 Libri e periodici
Questo epistolario è completato da un indice di nomi, che ha riferimento anche al primo volume; ed è preceduto da un* introduzione di Emilia Morelli, che coglie nettamente ed illustra il valore delle lettere che essa ha saputo raccogliere ed annotare con tanto amore e chiarezza di visione, e con una fatica senza dubbio gravissima, giacché Archivi e raccolte pubbliche e private in gran numero sono state esplorate, superando difficolta molteplici quali si possono facilmente pensare.'
Noi non possiamo a meno di esprimere, di fronte a questo riuscitissimo saggio
il desiderio che veda presto la lude anche il terzo volume dell'epistolario di Nino Bixio,
tanto più che il R. Istituto per la Storia del Risorgimento, offrendoci questo ponderoso
secondo volume, dà la prova evidente di saper superare le difficolta editoriali dell'ora,
come se non esistessero.
PIERO ZAMA
PAOLA. MARIA ARCARI, Le elaborazioni della dottrina politica nazionale fra Vunità e Vintervento (1870-1914)', Firenze, Marzocco, 1939-XVII, pp. 932 (I e II voi.), 172 (DI voi.). L. 45.
Paola Maria Arcaci, professoressa incaricata nella R. Università di Cagliari, ha pubblicato, in un'opera in tre volumi che mostra nell'autrice severità di pensiero e di documentazione, uno dei saggi più significativi che possediamo sul nazionalismo. Figlia di uno degli spiriti più rappresentativi. del movimento nazionalista, Paolo Arcari, essa ha avuto la possibilità nella casa paterna di sfruttare un singolare documentario epistolare che vede la luce contenuto nel volume III (Appendice).
Ma il primo volume dedicato a L'Italia senza mito è senza dubbio il più interessante fra i tre. Chiestasi, innanzi tutto, quale sia stata la data di nascita del nazionalismo, ed esaminate le varie risposte (Castellini 1908, Prezzolati 1904, Corra-dini 1896...), l'Arcari, non insistendo nella ricerca di una precisa determinazione dell'atto di nascita del movimento, nota tuttavia che il nazionalismo, quale fu affermato dopo l'Unità, fu qualche cosa di diverso dal nazionalismo precedente. Le discussioni di precedenza nell'invenzione mostrano che una differenziazione si fece subito tra il nazionalismo praticato da Garibaldi e da Cavour e quello che giovani nuovi, verso la fine del regno di Umberto I e l'inizio di quello di Vittorio Emanuele IH, bandivano nella penisola.
Di fronte al movimento nascente sta fiero un grande accusato. E questi il Risorgimento. L'Arcari nota che socialismo e nazionalismo si diedero la mano nell'accusa al Risorgimento, ma quanta diversità nel pensiero dell'uno e dell'altro 1 Gli uomini che bandivano le due nuove dottrine erano bensì nati tutti dopo il Settanta, intendendo con questa espressione notare che la loro vita politica aveva avuto inizio dopo che il Risorgimento con la restituzione di Roma all'Italia aveva ultimata il suo grandioso programma, ma i socialisti avevano perduto di vista la Patria contrapponendole l'Internazionale, e i nazionalisti avevano sì messo in circo* fazione una nuova parola (Nazione) che contrapponevano talvolta a Patria, ma questa Patria da essi combattuta non era che la forma retorica in cui si era adagiato il patriottismo borghese di fine secolo che ai adattava a vivere di sterilì ricordi.
Il nazionalismo accusò di lirismo il Risorgimento perchè a portata dì mano non aveva forse che i suoi epigoni solamente, e noi sappiamo di quanto ingenuo idealismo si nutrissero molti italiani dell'Italia di Umberto I. In verità, il movimento, cni Enrico Corredini avrebbe dato una sostanza dottrinale, era già latente in molti spiriti di solitari fin dall'indomani del compimento delle mete storiche e passionali del Risorgimento e voleva essere una reazione giovane e salutare contro un idealismo, fatto di sentimenti e di entusiasmi di breve durata, che avrebbe potuto incoHciatnente ritardare la volontà di espansione cui fatalmente l'Italia doveva tendere, Voler scindere l'unità spirituale del Risorgimento e del nazionalismo , dice