Rassegna storica del Risorgimento

anno <1943>   pagina <121>
immagine non disponibile

Libri e periodici 121
FArcari, non poteva essere che uà abbaglio, abbaglio dialetticamente necessario perchè individuando le manchevolezze del Risorgimento si fissava il programma della, seconda tappa della nostra evoluzione. Abbaglio storicamente {riusiincubile, perchè i due partiti politici che si succedettero al potere e che, in quanto diretta conse­guenza del Risorgimento, pretendevano implicitamente di esserne gli eredi, ne erano in gran patte la degenerazione (voi. I, p. 25).
Dato che il nazionalismo appariva nella duplice ed antitetica fisonomia di nega­tore e restauratore del Risorgimento, non sembrerà strano che il nemico contro il quale più vigorosamente dovette combattere sia stato l'altro dei movimenti energici e giovani formatisi subito dopo il Settanta: il socialismo. Filippo Tarati diceva che F Italia attendeva ancora il suo quarantotto politico, perchè ìl quarantotto italiano, compiato poi nel 1860, era stato strettamente nazionale e meschinamente dinastico. Ciò chiariva Fatteggiamento del nascente partito socialista, ma sollevava le reazioni anche di A. Labriola che trovava che il nuovo regime, fondendo nel nuovo regno gli antichi regimi assolutistici italiani (distruzione dei privilegi del clero, assistenza pubblica su basi non confessionali, abolizione dei residuati del sistema feudale in Sicilia e in Lombardia, introduzione del sistema rappresentativo, adozione del principio di eguaglianza tributaria, ecc.), aveva fatto qualcosa che non era né poco né dinastico.
Dappoiché i socialisti mostravano di voler cercare la soluzione del problema sociale, che il Risorgimento assorbito da preoccupazioni politiche non aveva potuto compiere, non entro la Nazione e per la Nazione, ma contro la Nazione e in disprezzo di lei (voi. I, p. 283), era naturale che il nazionalismo, che rivendicava solen­nemente la sua filiazione spirituale dal Risorgimento, muovesse aspra guerra al par­tito denigratore dello Stato sorto dal travaglio sanguinoso di un popolo. Ciò spiega perchè il capitolo da Paola Maria Arcari dedicato ai socialisti sia uno dei più chiari e più meditati dell'opera. C è poi un socialismo che a un tratto in un momento solenne si accorgerà di ritrovare la Patria (Corridoni), ma già Enrico Corradini aveva intuito ne La Patria lontana questa possibilità di ritorno estrema, facendo incontrare sulla nave che porta il suo carico di emigranti Giacomo Rummo, il sinda­calista, e Buondehnonti il nazionalista. Ora, il primo a cadere in ginocchio dinanzi alla costa è il Rummo. Sull'esempio di lui diventa romantico anche il nazionalista pensoso che prima di riconoscere la Patria aveva voluto osservare la nazione come campo di raccolta . Ma oltre Corridoni dalla schiera socialista balzerà Benito Musso­lini. La guerra vedrà morire a decine i sindacalisti.
Nel secondo volume FArcari si occupa de L'Italia alla riconquista del mito. Sfi­lano le varie soluzioni escogitate da tentativi unilaterali: quella borghese, quella della violenza, quella irredentista. Liberali e nazionalisti si scontrano nel primo tentativo; sindacalisti nazionali e futuristi incrociano le lame del pensiero con gli scrittori del Regno e de Videa nazionale nel secondo, prima che i preludi di sintesi (Congresso di Firenze) diventino superamenti di antitesi, e il nazionalismo possa marciare con netta fisonomia verso Fawenire che ha ormai con sé i bagliori sanguigni della porpora.
Specialmente documentata, nel terzo volume, la parte che riguarda i Congressi Nazionalisti. Fra i documenti lettere di Gualtiero Castellini, De Frenzi (Luigi Feder-zoni), Scipio Sighele, Enrico Corradini, Alfredo Rocco, L. Marchetti. Destinatario Paolo Arcari. GAETANO FALZONE
ANGELO GIANNI, Italia ed Inghilterra alle porte del Sudan: La spedizione di Massona (1885); Pisa, Industrie grafiche V. Lischl, 1940, in 8, pp. 120.
Fa la storia diplomatica dell'occupazione di Massaua al principio del 1885, jrff più che della spedizione in sé si occupa di metterne in evidenza i legami colla colitica inglese nel Sudan. L'invio di un corpo di spedizione italiano nel porto del