Rassegna storica del Risorgimento
anno
<
1943
>
pagina
<
123
>
Libri e periodici 123
Opportuni quindi* per ristabilire la verità storica, questi due grossi volumi del prof. Curato, che fanno parte della collezione Documenti di storia e di pensiero politico, diretta da Gioacchino Volpe. Non è un compito facile quello di scegliere i documenti più significativi su di un avvenimento di tanta importanza, e soprattutto dare una idea adeguata di esso. Quindi l'A. ha dovuto abbondare nelle didascalie introduttive di ogni gruppo di documenti, didascalie che non si limitano all'illustrazione immediata dei brani riportati, ma che riassumono tutta la questione nei suoi termini essenziali. E così noi abbiamo davanti un quadro riassuntivo della Conferenza della pace e delle sue principali conclusioni.
I documenti, va da sé, sono tutti documenti diretti: testo degli armistizi, verbali delle riunioni, discorsi ufficiali, memoriali dei governi, decisioni della conferenza, opinioni dei suoi principali attori, ecc. E l'A. ha attinto largamente ad una miniera inesauribile, al diario del Miller, che in vénti volumi ci da una raccolta quasi completa degli atti della Conferenza.
II primo volume è dedicato agli armistizi, alle questioni generali e a quelle europee e coloniali, il secondo ai problemi italiani. Fra gli armistizi è riportato anche quello concluso il 13 novembre 1918 fra il generale Franchet d'Esperay comandante dell'Armata d'Oriente, e il Governo magiaro. E un armistizio noto soltanto agli specialisti; intatti la sua portata militare fu nulla, in quanto le operazioni erano già cessate, ma ebbe lo stesso importanza notevole perchè servì a stabilirei territori ungheresi che avrebbero occupato i romeni e i serbi, e nello stesso tempo esso mirò a togliere importanza all'armistizio di Villa Giusti,
Il secondo capitolo è dedicato ai problemi preliminari della Conferenza, come quello delle sede, della partecipazione di Wilson, dei colloqui di Londra, del processo al Kaiser, della partecipazione della Russia alla Conferenza, della rappresentanza dei domini inglesi, della lingua ufficiale. Le discussioni che ebbero luogo su questi argomenti nei due mesi o poco più che intercorsero fra gli armistizi e l'apertura ufficiale della conferenza, furono un'anticipazione delle varie córrenti che si delinearono nei mesi successivi. Nel terzo capitolo sono riportati gli studi preliminari e gli schemi per la procedura che si sarebbe dovuto seguire, e cioè il piano proposto dalla Francia, per la quale il problema essenziale, dominante tutti gli altri era quello della sistemazione territoriale relativa alla Germania, lo schema americano e le direttive di Wilson; segue poi l'esposizione del reale funzionamento della conferenza, e del modo come i trattati di pace non vennero discussi coi nemici, ma vennero loro imposti. Oltremodo interessanti sono i ritratti di alcuni dei principali personaggi. Dal vicendevole contatto di ogni giorno durato per più mesi, nacquero queste descrizioni che Larsing, Lloyd George o i loro principali collaboratori ci hanno lasciate di Wilson, Clemenceau, Lloyd George stesso, Orlando, Sonnino, ecc. Figura fra questi ritratti anche quello di Poincaré, la cui partecipazione ai lavori si riduce al discorso col quale il 18 gennaio inaugurò ufficialmente la Conferenza, ma la cui presenza si fece sentire efficacemente dietro le quinte.
Nei capitoli successivi seguono i problemi principali che vennero affrontati e risolti: il patto della Società delle Nazioni; la frontiera del Reno che si presenta sotto molteplici aspetti, e cioè riva sinistra di quel fiume, Sarre, Alsazia Lorena, garanzia anglo-americana alla Francia, rivendicazioni belghe; spartizione delle colonie tedesche e dello Sciantung; la questione dello Schleswig, le frontiere della Polonia, Cecoslovacchia, Jugoslavia e Romania, l'indipendenza dell'Austria, l'assetto della penisola balcanica, ecc.
Altrettanto complessa si presenta la questione italiana che tanta parte ebbe nelle discussioni dall'aprile al giugno e che fu uno dei problemi più ardui affrontati, tanto arduo che la Conferenza si sciolse senza averlo risolto. L'A. giustamente incomincia col descrivere la posizione diplomatica e l'opinione pubblica italiana alla fine della guerra, e le prime avvisaglie del dissidio italo-americano. Passa poi ad esporre le