Rassegna storica del Risorgimento

DUE SICILIE (REGNO DELLE) ; CAVOUR, CAMILLO BENSO DI ; SALMOUR,
anno <1943>   pagina <151>
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Cavour e i Borboni di Napoli 151
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La ripulsa era prevedibile quando si pensi che il movimento storico del mezzogiorno era da secoli quello dinastico e si giudichino obiettiva­mente i fatti:
Ha un bel dire Nicomede Bianchi che il legato sardo doveva ten­tare il cuore del giovane re con gli stimoli della gloria, capacitargli la mente della mutata condizione dei tempi, sgombrarlo da ogni sospet­tosa prevenzione sulle pretese ambizioni di Casa Savoia... e che per scongiurare la rivoluzione doveva chiamare francamente in sostégno del trono l'animo del popolo suo e dichiararsi pronto a guerreggiare l'Austria, mandando sul Po parte del suo esercito, mostrandosi principe italiano .*)
Frasi retoriche che, se pur messe in atto, non avrebbero fatto breccia nell'animo di Francesco II, del quale i contemporanei rilevano i senti­menti meschini, la mancanza di forza dominatrice e di esperienza di governo, l'incapacità di scegliere un partito. Il generale Filangieri diceva di lui che l'aridità dell'animo, l'ostinazione fredda e inaccessibile formavano i principali tratti del suo carattere, che l'educazione aveva resi più duri anziché correggerli.2) Uomo siffatto non si sarebbe piegato a concessioni liberali, né, men che mai, a trascinare il popolo ad una guerra d'indipendenza. Egli soleva chiamare italiani i soli abitanti dell' Italia settentrionale quasi che i napoletani non lo fossero, e nel marzo, quando gli austriaci ebbero sedato, con la forza, un moto a Ferrara, se ne compiacque col dire che i tedeschi avevano dato una lezione agli italiani.
A lui appariva chiaro che il rivolgimento italiano era stato mosso e alimentato da Cavour, tanto da dire al Brenier: Metto da parte Vittorio Emanuele che è un buon parente col quale m'intenderei, ma la politica del gabinetto piemontese è di assorbir tutto uno ai confini delle Due Sici­lie. Possiamo intenderci col Piemonte ? È impossibile, com'è impossibile intenderci con l'Austria, poiché vuol fare con la furberia quel che il Piemonte vuol fare con la violenza.3) E nei primi giorni di giugno aveva mandato a Pietroburgo un consumato diplomatico, Giuseppe Ludolf, per chiedere allo Czar e al suo Governo la garanzia assoluta e formale del,territorio, della dinastia, della neutralità, illuminarli sulle
1) BURCHI, cUH p, ' 123.
2) Cfr. MABALOI, Documenti francesi sulla caduta del regno meridionale, Napoli, 1935, p. 67; DE CESARE. La fine di un regno, Città di Castello, 1900, parte II, p. 5. Cart. cit.t 246.
*) MARALDI, cit.i p. 65.