Rassegna storica del Risorgimento

DUE SICILIE (REGNO DELLE) ; CAVOUR, CAMILLO BENSO DI ; SALMOUR,
anno <1943>   pagina <152>
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Giulio Del Botto
mene francesi nel Regno e su le idee della Sardegna che chiedeva alleanza con lo scopo di fare rivoltare l'interno ed ottenere che la Russia si impe gnasse contro una rivoluzione in senso sardo. Chiedeva ancora una dichiarazione espressa la quale assicurasse che da parte della Francia non si sarebbero mai domandate concessioni o fatti passi contrari alla indipendenza del Regno. Ma tanto Alessandro II, quanto il GortciakofT ministro dell'Impero, fecero orecchie da mercanti, consigliando all'in­viato una politica di ravvicinamento all'Inghilterra e alla Francia; le richieste napoletane erano troppo stridenti con la politica russo-francese del momento, per permettere esplicite assicurazioni e formali promesse. Né il Ludolf, che aveva ricevuto pure il mandato di recarsi in Prussia, ottenne dal principe reggente assicurazioni più alte.1) Fran­cesco II era dunque isolato in Europa e condannato a sentirsi consi­gliare dall'FUiot e dal Brenier, nelle frequenti udienze che dava loro, di concedere istituzioni liberali almeno consone al grado di civiltà del suo popolo.
La situazione si presentava difficile per il Re, tanto più che, nel giugno, la sorte dette armi in Lombardia continuava ad essere favore­vole ai francosardi: la vittoria di Palestro e, in più grande proporzione, quella di Magenta, aveva già aperto loro l'accesso al milanese e lasciato libero il passaggio all'Oglio fino al Mincio; gli austriaci erano stati obbli­gati a ritirarsi tra il Mincio e l'Adige al riparo nel famoso quadrilatero. Nel frattempo la rivoluzione si era affermata in Toscana, a Modena, a Parma, a Bologna e si poteva temere che, vinta definitivamente l'Austria, sarebbe divampata anche nel resto d'Italia.
Giudicando poi obbiettivamente i fatti, che cosa poteva fare Fran­cesco H dinanzi a una situazione che il padre aveva già compromessa con la dichiarazione di neutralità, quando le potenze del nord avevano dimostrato di disinteressarsi delle sorti del Regno e la Francia e l'Inghil­terra lo consigliavano di rimaner neutrale ? Poteva accettare le proposte di Cavour e, mutando improvvisamente il proprio atteggiamento, rinnegando le tradizioni della sua Casa, muovere guerra agli Asburgo che ne erano stati sempre amici e protettori; cacciarsi in una guerra da cui repugnava credendola giovevole soltanto agli interessi del Piemonte e cacciarvisi senza alcuna preparazione politica né militare, quando aveva perfin dichiarato al Kisselcf di ignorare che cosa volesse dire indi­pendenza italiana? Poteva accettare implicitamente le già avvenute decadenze dei sovrani dell'Italia centrale, di cui uno della sua medesima
l) ZAZO, ttàt., p. J 20 e passim.