Rassegna storica del Risorgimento
DUE SICILIE (REGNO DELLE) ; CAVOUR, CAMILLO BENSO DI ; SALMOUR,
anno
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1943
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pagina
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153
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Cavaur e i Borboni di Napoli 153
casata, e la spogliazione delle Ho magne dalla potestà pontificia; far marciare l'esercito a traverso i territori dello stesso Pontefice; lasciare il Regno sguernito o almeno impoverito di presidi, quindi alla mercè di rivoluzionari condotti proprio da quegli uomini pei quali Cavour invocava clemenza; tollerare che tutto ciò fosse suggerito, quasi imposto da Torino, a cui Napoli non si sentiva seconda per importanza politica, né demografica, sol perchè si era arrogata il diritto di dirìgere le sorti italiane ? Ne basta, quand'anche il Re avesse accettate le proposte di Cavour e la guerra fosse riuscita vittoriosa, qual compenso ne avrebbe ricevuto? Certo non poteva esser altro, che la cessione dell'Umbria e delle Marche appartenenti alla Santa Sede, quindi sacre per i Borboni.1) Ammettendo poi superato tale scrupolo e l'Europa annuente alle mutazioni, i due Regni contigui avrebbero dovuto associarsi in virtù del principio di unificazione e non vi sarebbe stato altro mezzo che un'unione federale fondata sulla comunità di stirpe, di lingua, d'interessi, concedendo al popolo le libertà politiche, dar vita ad una nuova energia nazionale con riforme sociali ed economiche, affermandosi come una nazione nuova e ricostituita. Potevano il Regno di Sardegna e quello di Napoli, ordinati politicamente, socialmente, economicamente in modo diverso, stringere quell'alleanza che li avrebbe presso che condotti ad una fusione ? E poi, chi sarebbe stato il capo della federazione ? Ed in quali condizioni sarebbe rimasto il piccolo Stato pontificio?
Ma anche astraendo da queste considerazioni, la sola parola costituzione spaventava Francesco II poiché equivaleva per lui a dar passo libero a rivolgimenti interni d'imprevedibile portata, e conseguentemente ad essere trascinato alla guerra:2) l'una cosa era legata indissolubilmente con le altre. La rivoluzione, già trionfatrice nell' Italia centrale, non poteva riuscire che funesta alla dinastia se si fosse estesa nel mezzogiorno! Non crediamo dunque giusta l'affermazione di taluni storiografi che l'accettazione dell'alleanza con la Sardegna "avrebbe condotto le Due Sicilie alla conservazione della dinastia e del Regno; è lecito piuttosto supporre che se non affrettata, ne avrebbe ritardata di poco la caduta.
1) Giuseppe Romano, nella prefazione alle Memorie di Liborio Romano (p. XX) afferma che le Marche e l'Umbrie furono offerte a Francesco II (ma non dice da chi) e che Roma e il patrimonio dì S. Pietro sarebbero rimasti al Pontefice. Probabilmente la cessione venne fatta balenare dallo stesso Salmoni sebbene non ve ne sia traccia (e non poteva esservenc) nelle istruzioni.
2) Cart. cit. 256.