Rassegna storica del Risorgimento

DUE SICILIE (REGNO DELLE) ; CAVOUR, CAMILLO BENSO DI ; SALMOUR,
anno <1943>   pagina <158>
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158 Giulio Del Bono
famiglia reale di cui taluni, come il conte di Siracusa e il conte di Aquila fratelli di Ferdinando, apparivano più o meno liberaleggianti, mentre la regina vedova Maria Teresa e il suo primo figlio, conte di Traili, erano rimasti fermi nelle idee di Ferdinando II sostenendo, anzi incoraggiando, la resistenza di Francesco II, figlio di Maria Cristina di Savoia. Cosi si eran divisi anche i pareri dei ministri, così quelli della Borghesia. In sostanza dunque tutto cospirava all'indebolimento psicologico di Francesco II.
Due documenti del Salmour sembrano dimostrare che, ove la mis­sione fosse fallita, Cavour sarebbe ricorso ai mezzi drastici: il primo è un brano di lettera che il Salmour medesimo gli aveva diretto il 7 giugno di passaggio da Roma: non posso ancora dir nulla dei mezzi che impiegherò (a Napoli) perchè solamente sul posto potrò scegliere quelli più opportuni, ma comunque possano essere, non lasciarti ingannare dalle apparenze. Principierò con la dolcezza, per avere il diritto di essere esi* gente poi, e se tutti i miei mezzi d'azione falliranno, non esiterò di dar fuoco alla miccia o almeno di lasciare dietro di me una striscia di polvere che farà saltare la dinastia contraria al sentimento nazionale.*)
Queste ultime parole indicano un pensiero nettamente rivoluzio­nario e non ci sembra possibile che il Salmour ne rendesse partecipe Cavour per lettera senza che quest'ultimo glie ne avesse a tempo discorso come di cosa possibile, e i due personaggi si fossero trovati concordi nell'approvarlo.
Più tardi, il 13 giugno, due giorni prima dell'udienza reale, quando il Salmour si era abboccato col Filangieri, col Troja, col Carafa, ministro degli esteri, tutti unanimi nel respingere le sue proposte, aveva scritto ancora a Cavour: per il momento ogni alleanza con Napoli è impos­sibile, perchè di fronte alla politica esterna e allo stato dei partiti all'interno, il re e il suo governo sono rassicurati. U solo mezzo di raggimi" gere il nostro scopo è di agire come nelle altre parti d'Italia, cioè di far cadere la monarchia e proclamare Vittorio Emanuele. 2)
Era il pensiero Btesso espresso dal La Farina, e anche per questo, vale la considerazione fatta per il precedente. Ciò fa credere che Cavour, prevedendo il fallimento della missione Salmour, ritenesse fin d'allora come cosa certa chea Napoli, allo stesso modo che in Toscana,isoli mezzi per rovesciare la dinastia fossero la rivoluzione e la guerra. Questa supposizione è suffragata dal fatto compiuto, ma rimane storicamente
1) Gart. cit., 245.
2) tbUL 250