Rassegna storica del Risorgimento
DUE SICILIE (REGNO DELLE) ; CAVOUR, CAMILLO BENSO DI ; SALMOUR,
anno
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1943
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pagina
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161
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Cavour e i Borboni di Napoli 161
Anche ora bisogna giudicare l'accaduto con obiettività. L'Austria era in guerra col Piemonte ed era amica di Napoli, quindi l'inneggiare, su territorio napoletano, all'indipendenza d'Italia e al Re di Sardegna, equivaleva ad offendere quella potenza ed a ledere i diritti di sovranità del Re delle Due Sicilie: le proteste del Governo napoletano si fondavano su principi elementari di diritto internazionale; le risposte dei rappresentanti piemontesi sul sentimento d'italianità. Erano argomenti inconciliabili.
Altri fatti confermarono l'ampiezza del dissidio. Il Salmour era strettamente sorvegliato nel proprio albergo dalla polizia che teneva perfin d'occhio coloro che lo visitavano, credendoli tutti cospiratori. Così, in quei giorni fu arrestato e confinato ad AvelL'no un tal signor Gaetano Trevisani per aver pranzato con lui e col Gropello. Il Trevisani era un liberale moderato dinastico. Alla vedova di Carlo Troja (fratello del ministro Ferdinando) che s'era intromessa per la liberazione, il ministro di polizia Casella rispose: Rivolgetevi ad Elliot o Brenier, non al Salmour perchè è qui per sollevare il paese. Il legato, nel riferire questo episodio a Cavour, osservava: Con questo Governo falso e corrotto, non si otterrà nulla col ragionamento né con le minacce, perchè esso non cederà che di fronte a un pericolo certo e imminente. ')
Per questo complesso di fatti non è da meravigliare che il Salmour anelasse a lasciar Napoli. Ma il 30 giugno Cavour lo invitò invece a riprendere i negoziati, perchè l'avvento al potere in Inghilterra del ministero liberale Palmerston-Russell faceva credere che potesse aver peso sul giudizio dei ministri napoletani nel senso desiderato. Il Salmour rimase infatti e ricominciò visite e colloqui, ma senza trarne vantaggio;z) ormai si era affermata la convinzione che egli spingesse ed operasse con la legazione sarda per sovvertire truppa e popolo, il che avrebbe obbligato il Real governo ad un'estrema misura.3) Il 9 luglio avvenne la rivolta delle truppe svizzere. Francesco II che le riteneva un modale de fidelità et comma un boulevard inébranlable pour le trone de Naples, dichiarava al Brenier che erano state trascinate dalle macchinazioni dei rivoluzionari e dal denaro piemontese, e ne incolpava specialmente Cavour, gli emigrati e Rattazzi.
Il 12 luglio furono firmati i preliminari di Villa franca. Lo stato d'animo del grande ministro in quei giorni, che in un primo momento
l) Cart. cfr., 282. tì Cart. et., 297. ) ZAZO, of., 168. 4) JAUUUM, eit. 59-60