Rassegna storica del Risorgimento

POERIO ALESSANDRO ; MONTANELLI GIUSEPPE
anno <1943>   pagina <166>
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166 Nunzio Coppola
a te fa si ohe nulla dì quel che è tuo possa essermi indifferente, perciò ti avverto che non potrei senza soffrire star mai lungamente senza le nuove tue, e de1 tuoi Dirai a Carlino che jeri fur consegnate le lettere sue a Bargyli. Rosini è a Firenze ma la lettera tua per lui è stata lasciata alla famiglia Consegnerò fra qualche giorno a Viesseux l'altra tua e mi sarà carissima occupazione il fare le correzioni che insieme concertammo. Che differenza dalla tempesta di Napoli alla calma di Pisa ! Perchè non sei tu pure qui? Perchè non possiamo passeggiare insieme Lung'Arno e sulla Piazza del Duomo, come a Napoli sulle rive del mare ? - Sofìa mi ha detto che voleva scriverti due righe nella mia lettera. Dirai tante cose affettuose alla Mamma; abbraccio Carlino, saluto caramente! cugini e i buoni amici che ho conosciuti per mezzo tuo* e pensa che hai qui a Pisa il tuo
aff.100 Amico G. Montanelli.
Non posso dirle, caro Sigr. Poerio, quanto io abbia pensato a lei da poi che sono partita da Napoli, quanto dispiacere abbia provato dopo che ci lasciò a bordo ! Se una volta io provai vivo il desiderio di conoscerlo, adesso quello di rivederlo è molto mag­giore. Quanto è stato buono per me ! Io ho impressa nella mente e nel cuore la sua bontà. E un vero e forte dispiacere per me di non essere stata a trovare sua Madre il giorno che partii, ne provo un dolore che vorrei poter mostrare !
In quella confusione di cose, e d'idee, in cui mi trovava in quelle ultime ore trala­sciai di fare quello che con vero rammarico io non posso pensare di non aver fatto !
La prego di rammentarmi a lei con i miei più distinti complimenti, e rammentarmi ancora al Sig.r Carlo e tutte quelle amabili persone che ella mi ha fatto conoscere. Mia madre le dice le cose le più affettuose. Gradisca la prego, i saluti di mia sorella e mio cognato Fantoni uniti alle espressioni sincere della mia amicizia
Sofìa Parrà Cipriani.
A. Poerio a G. Montanelli
XXII.
Carissimo Montanelli, Napoli a di 24 Ottobre 1845.
Io era impazientissimo di ricever tue nuove, e deluso nella mia speranza che aves* sero potuto giungermi col ritorno dell'Ercolano, cominciava ad essere inquieto temendo che 0 mal di mare ti avesse perseguitato fino in terra, come ti accadde nel venir qua. J) Ora la tua lettera che non prima di stamane ho avuta per la posta, mi tranquilla pie­namente. Le cose amichevoli che tu mi dici mi son troppo care perchè io te ne
I) Ricordava, a questo proposito, la LUIGIA. CODISMO, op. eit., p, 350: Montanelli prese da noi commiato nella più trista maniera: soffriva il mal di mare in modo, che al solo immaginarsi di montare sul vapore, cominciava la mattina a provar nausee e passare da mi affanno all'altro. Noi salimmo alla sua camera, e in uno al la signora Parrò che partiva con lui, gli demmo coraggio. Che passionel... Veder un uomo di cosi alto sentire, e lo provò combattendo in Tirolo [noi fu a Montanara!} dove, prigioniero ha lasciato memoria d'animo forte, vederlo a non potersi superare, magro, patito, in atti­tudine di scoramento, abbandonato sopra una sodiai Cosa sarà prima che arrivi a Livorno ? Ci dicevamo fra noi. Ma forse l'aspettativa è peggioro del male: e in ogni caso fon fenomeni che gli spiegherà Mantcgazza medico e fisiologo.