Rassegna storica del Risorgimento

POERIO ALESSANDRO ; MONTANELLI GIUSEPPE
anno <1943>   pagina <173>
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Alessandro Poerio e Giuseppe Montanelli 173
in cui casa vidi l'altra sera il Marchese Selvatico, *) il quale assai mi piacque per l'arguta facilità del suo dire. Egli parlò di te con molta stima.
Oh quanto ho pensato a Varramistal Nel proprietario e negli ospiti che vi erano molti, è gran parte de' miei più cari affetti. Tu, e Gino, e la figliuola, e Giusti! E1 Cento fanti, di cui sono ammiratore, e vivamente desidero di essere amico. Mi è premio e sprone il sapere che a lui ed a Gino le mie liriche non pajono spregevoli. A me ora sembrano aver qualche pregio, ora riescono cosi insipide che quasi meco medesimo mi vergogno. Cosi m'alza e deprime un alterno di opposti giudizj. U che nelle cose altrui non mi avviene, e presto sono risoluto. Di rado sento l'ispirazione piena. Che io l'abbia avuta ultimamente, sento dire dagli amici miei di qua, ma ancora dubito. Certo questi versi ch'io dico, ho scritti otto grande concitazione d'animo. Io li manderò per mezzo del Sambolino.
Ti ringrazio di cuore delle tue osservazioni circa i versi ad una giovinetta. Giustis­sima è la tua condanna della terza strofa. Ciò mi ha menato e riesaminare la quarta rispetto alla quale tu sei troppo indulgente. I primi quattro versi esprimono un pen­siero che non manca di verità, né di gentilezza, ma la forma è languida, e nulla hanno del pellegrino. De' due ultimi son contento. Ti mando le mutazioni che ho fatte. Se fe­lici, ne avrò obbligazione alla squisitezza del tuo gusto e alla tua non timida amicizia; se vane-, lascerò andare la giovinetta e l'ode. A questi componimenti brevi e di genere delicato ogni po' di languore è morte.
Nel tuo virgineo seno
Vereconda è la gioia e la speranza;
Ma nasce d'umiltà l'ardir sereno
Ch*è di Fede esultanza;
E, pari ad inno, su le fervid'ale
La tua preghiera sale.
Intemerato serbi
U tuo caro sentir, né a quello frode Feron censo e lignaggio, ambo superbi, E la seguace lode; 2)
resto poi lo stesso Ciampini piò esattamente interpretò e identificò lo stesso nome in un passo del Diario intimo* ed. cit. p. 105]. Sul Besenghi vedi, tra gli altri: R. BARBIERA, Immortali e dimenticati* Milano, 1901, p. 419; F. FATTOBELLO. La let­teratura del Friuli* Udine, 1929. Il brano qui virgolato, appartenente alla prima delle lettere citate, è-inedito.
i) Pietro Estense Selvatico padovano (1803-1860); sul quale vedi: TOMMASEO-CAPPONI, Carteggio inedito* per cura di I. Del Lungo e P. Prunos (Bologna, Zanichelli), voi. II, p. 205, n. 1.
2) Prima erano così:
III. E dal vergine affetto
Che irresistito o vero entro t'abbonda, Vicn, più potente assai dell'intelletto, Ardir di F5 profonda; D'altrui pensosa, con più rapid'ale La tua preghiera sale.
IV. - Allo spontaneo senso,
Vita del core, non poteo far frode Tuo superbo lignaggio e '1 ricco censo, E la perpetua lode;