Rassegna storica del Risorgimento

POERIO ALESSANDRO ; MONTANELLI GIUSEPPE
anno <1943>   pagina <178>
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178 Nunzio Coppola
mettono fra il dovere e l'affetto - Domani o domani l'altro sarà pubblicata quella Raccolta in cui sono le tue ottave Io ci ho messa quella scena che ti recitai un poco corretta *) La Raccolta del Puccini so che deve pubblicarsi a momenti. Non dubito punto che egli non abbia ricevuto le ultime bozze corrette - perchè altrimenti non avrebbe stampato la canzone È suo stile di non rispondere quando ha ottenuto quel che voleva Non mi si è ancor presentato occasione sicura per mandare le tue liriche a Milano. Il Fontana di Marsiglia per ora non ha risposto e si che gli si diceva il mezzo del quale doveva servirsi per inviare le copie. Quanto a Lugano bisognerebbe che sapessi la persona da cui farne ricerca Ruschi è stato un poco malato, ma ora sta meglio - Si ricorda con affetto di tutti voi Tante cose a tua madre a tuo fratello a Enrico ecc. e poi a Troja, alle Gargallo, a Ajello, a Bozzelli i miei saluti. Desidero avere migliori nuove della tua salute, e abbracciandoti con tutto l'affetto mi confermo
Tuo aff > Ringrazio il Troja e il Trevisani dei loro doni. G. Montanelli.
A. Poerio a G. Montanelli
XXXT.
Napoli a di 18 dicembre 1845. Carissimo Beppe,
Mi pervenne in tempo debito la tua de* 28 scorso mese; mi giunge stamane con qualche ritardo l'altra de' 10 corrente. Sambolino parte alle due col Vapore il Polifemo, e profitto di questa occasione per risponderti subito, e per mandarti due esemplari dell'opuscolo del Trova, uno donato dall'autore a te, l'altro al prof. Bonaini ed il 1 fascicolo del lavoro del Trevisani.
Non puoi credere quanto il Troya, cui comunicai lo squarcio della tua lettera che lo riguarda, restò commosso da quell'affetto che tu gli dimostri. M'incarica particolar­mente di dirti che te ne ricambia con tutto l'animo, e che si compiace dell'abbracciar che tu farla sua opinione circa i Longobardi. Immerso come sei negli studj del Diritto, intendo bene come abbi paura degli accessi poetici. Sta bene che abbi corretto i versi che concepisti nell'Arena di Verona, e sta anche meglio che non ne sii ancora contento. E chi mai ebbe mente capace del concetto dell'arte, che fosse contento di cosa da lui scritta?
II tuo giudizio intorno all'ultima poesia da me composta, mi sembra giusto. Molti altri che l'hanno lotta pensano altrimenti, ma io sento teco. Pure ti dirò che questi versi mi pajono più miei di quanti ne ho scritti appuntò perchè, come ben dici, l'uomo è stato più forte del poeta. È molto incerto se alcune delle mie liriche, come tu speri, mi procacceranno fama duratura. Ma di un generoso sdegno fra mille codardie di adulazione posso senza colpa di superbia esser lieto nella coscienza.
In quanto a* versi ad una giovinetta, non siamo d'accordo. Tu credi che il compo­nimento ria delle mie più gentili cose: io lo stimo poco. La terza stanza non pud rima­nere né come la scrissi dapprima, né mal corretta, come te la mandai dopo. Tu mi avverti che la correzione l'ha peggiorata; questo non credo, ma rimati sempre tanto cattiva da deturpare tutto il componimento, al quale, appunto perchè breve, e del
*) È il Frammento d'un dramma filosofico.