Rassegna storica del Risorgimento
POERIO ALESSANDRO ; MONTANELLI GIUSEPPE
anno
<
1943
>
pagina
<
181
>
Alessandro Poerio e Giuseppe Montanelli 181
primo fascicolo, e mi pare che prometta bene. Quanto al Diritto Romano e alla poca influenza che su di esso hanno avuto le idee greche sono con lui. L'opera potrà essere d'una grande importanza specialmente pel Diritto del medio evo; ma non vorrei eh vi fossero preoccupazioni sistematiche di neoguelfismo. Son cattolico anch'io e riconosco che il potere temporale dei papi ha avuto la sua opportunità. Ma oggi bisogna parlarne come d'un fatto storico e non coli'idea che debba restare, e anzi Dio ce ne guardi! Il protestantesimo e la filosofia del secolo passato non hanno una formolo organica, e dovranno cedere il campo al l'idea cattolica. Ma non bisogna credere che tutto fosse errore nelle loro proposte. Salutami caramente le Gargallo e Ajello. U nuovo anno è cominciato. Auguro ogni bene a te e alla tua mamma e al tuo fratello e a* tuoi cugini che mi abbraccerai affettuosamente. Rispondimi. Ma non prendendo la penna, ma fissando il posto nel vapore e arrivando qui dove tuti (sic) ti aspettano con affetto. Abbi i saluti della famiglia Parrà tutti. E credimi
Tuo Aff.mo Amico Montanelli.
A. Poerio a G. Montanelli
XXXIV.
Napoli a di 27 Gennajo 1846. Carissimo Beppe,
Al solo veder la sopraccarta di (mesta lettera già capirai che non vengo altrimenti in Febbrajo come io sperava. Ho ferma fede di poter partire dentro Marzo.
Mi duole assai che la tua salute non sia buona, e che il soverchio lavoro ti faccia male. Risparmiati per carità. Son certo che nella tua gita a Fucecchio ed a Firenze li sei sentito alquanto meglio appunto perchè hai potuto applicar meno e distrarti. A me il nuovo anno non si è aperto sotto fausti auspicj. Ho avuto nuovi e più violenti assalti del mio singhiozzo nervino che per più giorni mi han proprio sconquassato di corpo ed abbattuto d'animo. Ora sto un tantino meglio. Anche mio fratello è stato infermo di febbre reumatica e jeri per la prima volta dopo quindici giorni usci di casa. Mia madre, lode al Cielo, sta benino, sola vera consolazione che io abbia tra mille contrattempi e contrarietà. Essa ti saluta carissimamente, ed altrettanto fa Carlo, e dicon tante cose alla Sofia. Dalla Lauretta ebbi una lettera in data de* 29 Dicembre scorso anno. Le scriverò ne* primi giorni di Febbrajo.
La mia caduta fu cosa del tutto prosaica; io non correva punto, e nessuna esaltazione di mente mi agitava; era in un cortile, ed avea consegnato ad un guard aporta un biglietto di visita, e stava per andarmene, quando mi sdrucciolò il piede, e caddi col capo in giù e così sconciamente che avrei dovuto spaccarmi la fronte, ma non ebbi altro danno che qualche leggiera contusione e scorticatura.
Dimmi se da Marsiglia il Fontana abbia dato segno di vita. Se continua a tacere, gli scriverò direttamente. Per verità mi accadono cose tanto strane che hanno del favoloso.
Quando avrai letto l'opuscolo di Carlo Trovo, fammi il piacere di dirmene il parer tuo. Suppongo già che tu abbi letto il suo Veltro al quale questo opuscolo si riferisce e rannoda. In quanto al Trevisani, mi sembro che tu ne abbi concetto giusto; e giovane che non monca d'ingegno né di studj, ma esagera nel senso cattolico, e di esagerazioni: ne abbiamo già troppe da ogni banda.