Rassegna storica del Risorgimento

POERIO ALESSANDRO ; MONTANELLI GIUSEPPE
anno <1943>   pagina <185>
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Alessandro Poerìo e Giuseppe Montanelli 185
Del povero Cusani si stampano gli scrìtti in due volumi. Lo SUA morte è stata per* dita grande in quanto al l'ingegno ed agli studj, ma inestimàbile veramente in quauto all'animo ed al carattere; ch'egli era ben uno de* magnanimi pochi. Carlo Trova ti risaluta caramente. A' prìncipj d'Aprile uscirà in luce il rimanente del secondo volume della sua Storia. Le Gargallo, che vidi poche sere fa, ed Ajello che venne da me ieri, e la Guacci ti dicono anch'essi tante cose amichevoli.
Tutti qua domandano se un avvenimento recente abbia inspirato a Beppe nostro uno de suoi canti. Spero trovarlo ancora in Pisa; ad ogni modo, foss'egli anco tornato a Pescia, andrei a trovarlo appositamente; e gli perdonerò volentieri il non mandato letterone, purché abbia scritto qualche cosa di vena.
Quanto mi tarda, mio ottimo amico, di riabbracciarti, e di aprirti l'anima mia che in questa popolosa Napoli sente una solitudine di deserto. Colpa mia certo; ma cosi è.
Una distrazione piacevole mi è stata ultimamente la conoscenza del conte Bielinski Pollacco, la cui moglie e figliuola han fatto lunga dimora costà. In questa occasione ho ripreso lo studio di quella lingua bellissima per verità, e spirante eroico vigore.
Addio; amami, e credimi invariabilmente
Il Tuo Afi>
Alessandro Poerio. Napoli, 12 marzo 1846.
XXXVHI.
Napoli a di 1 Maggio 1846. Carissimo Beppe, Strada del Salvatore, n. 5.
Può darsi che aspettandomi di giorno in giorno tu non mi abbi più scritto; può darsi che non vedendomi giungere neppure fatto Pasqua, mi abbi scritto, e la tua let­tera sia stata ritenuta. Ad ogni modo, mi valgo di una sicura occasione, la quale mi si porge, per farti pervenire la presente. Ne sarà latore il Sig. Angelo Zanardini Vene­ziano, culto e gentil giovane, il quale attende al comporre in musica, e si tra ti erra forse alcuni giorni in Pisa. Se durante la suareve fermata costà, potrai far cosa che gli sia utile o grata, te ne sarò tenutissimo.
Debbo di tutto cuore congratularmi teco e dell'onorevole incarico che avesti da tuoi colleghi, e del molto senno e del grande animo con e i lo disimpegnasti; e ben sai se di qualunque cosa che dia occasione di mostrarsi alla nobiltà dei tuo sentire e del tuo intelletto, e che aggiunga lode al tuo nome, io sia lieto, e, dirò, superbo per l'ami­cizia nostra.
E la mia venuta Che vuoi che ti dica, mio carissimo Beppe. Io aveva ferma inten­zione di partir dentro Marzo, od al più tardi fatto Pasqua; e sarebbe troppo lungo a dire come finora non abbia potuto levarmi di qua. Dopo tanti avvisi di prossima par­tenza, tornati al tutto vani, non ardico dir altro, ed è molto più facile che tu vegga me in persona che un'al tra lettera nunzia della mia venuta. E sì che avrei più che mai bisogno di muovermi, attesoché la mia malattia nervina sempre più imperversa; nò la buona stagione punto mi giova, e sono affatto privo del conforto degli studj, essendo incapace di ogni continuata applicazione od attenzione di mente. Così me la passo con somma ipocondria, se non che dall'aspetto della Natura derivo un po' di sollievo a quando a quando, e faccio escursioni in questi contorni bellissimi. Mia madre sta benino, e sol si affligge grandemente del mio stato di salute; mio fratello ha sofferto una indisposizione, e sta facendo una piccola cura. Ultimamente ho trovato modo di