Rassegna storica del Risorgimento
POERIO ALESSANDRO ; MONTANELLI GIUSEPPE
anno
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1943
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pagina
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187
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Alessandro Poerio e Giuseppe Montanelli 187
domestica, e con un carattere coinè quello di Lauretta che in fatto di figlinoli specialmente non conosce nel dolore alcun limite, ho sofferto assai. Ora mi pare più tranquilla. Da tre giorni è in campagna col figliuolo e colla sposa, ma tornerà stasera.
Scrìssi tempo fa alla Sig: Gargallo mandando la lettera per occasione particolare, vorrei sapere se la ricevè Avrei da parlar teco di molte cose, ma devi venire a sentirle da te. Mi dispiace l'incomodo del tuo fratello e ti prego ad abbracciarlo.
Dirai a Enrico che ebbi la sua letterina, e parlai molto col suo raccomandato che mi parve un ottimo giovane. Salutalo tanto, e dirai pure le mille cose alla Mamma, alle Gargallo, a Troja, a Ajello per parte del
Tuo aff.* Amico
Pisa Maggio, 22; G. M.
A. Poerio a G. Montanelli
XL.
r . x, Napoli a dì 29 Maggio 1846.
Carissimo Beppe, r
Mi giunge la tua de' 22 spirante mese, e mi duole infinitamente quanto mi dici del dispiacere avuto dalla Lauretta. Ma ormai la cosa non ha rimedio, e sembrami ch'essa si sia regolata prudentemente con L'ammettere la nuora in casa. E poi in simili casi quel che più spiace e nuoce è la ineducabilità. Tu mi assicuri invece che la sposa è educabilissima. Ad ogni modo intendo come ad una donna del sentire e del carattere della Lauretta questo dispiacere abbia dovuto entrar nel più vivo dell'anima Non ho avuto le due lettere sue. Ti scrivo questa per occasione particolare, e siccome debbo consegnarla fra pochi istanti al viaggiatore, mi è forza esser brevissimo. La tua, all'iornori del matrimonio del Parrà, serba assoluto silenzio sopra tutto ciò di che io ti dimandava. Almeno avrei voluto sapere se sieno arrivate in Livorno quelle benedette copie del mio volumetto. II Sig.c Fontana mi scrisse ne' primi di Maggio averle dirette al Sig.r Biscardi1) in Livorno perchè te ne desse avviso. Prendine conto; dimmi che ne sia. Non vorrei che si fossero disperse, ma mi par difficile. Forse scrivendo per la posta non hai voluto farne motto, e noto che mi dici che bisogna che la notizia la venga io a prendere costà. Credi pure che se avessi potuto, sarei già da un pezzo in Toscana. Frattanto tranquillami circa l'arrivo di que* libri, e tienili, come ti ho già scritto, appresso un amico tuo in Livorno per mandar] i qua man mano con occasione particolare e sicura.
Addio; tutt'i miei ti salutano caramente. Mille cose a Lauretta e Sofia. Enrico ti ringrazia dell'accoglienza fatta al suo raccomandato, ed insiste perchè finisca la lettera, dovendo portarla alla persona che parte. Addio dunque; della mia salute nulla ti dico; è sempre la stessa, o peggiore. Almeno state sani voi altri; ti abbraccio e mi ripeto
Tuo Aft> Alessandro Poerio.
P. S. Sono stato cosi infermo che'da un pezzo in qua non ho potuto veder le Gargallo. Questa sera andrò da loro, e m'informerò se alla Sig. Anna sia pervenuta la tua lettera.
i) Su Adriano Biscardi di Livorno (1809-1864), vedi in questa Rassegna a. XXIV, fase. II, p. 276, n. 3.