Rassegna storica del Risorgimento

POERIO ALESSANDRO ; MONTANELLI GIUSEPPE
anno <1943>   pagina <190>
immagine non disponibile

190 Nunzio Coppola
carattere da destare apprensione, e si spera eoe non sarà nulla, essendo subito stato rimesso benissimo. Ma intendi bene che disturbo deve essere stato. Del resto Lauretta, Sofia* e tutti di questa famiglia stanno bene. Spesso parliamo di te e ti desideriamo. Oh. caro Sandro, come desidero di vederti t Non posso versare nelle lettere tutto l'animo mio, e mi par sempre di parlarti quando ti scrivo in presenza a due o tre curiosi che ci stiano a sentire. Non so che cosa sarà di me dopo l'estate. Dovrò restare a Pisa almeno fino al Settembre per occupazioni legali. Forse poi anderò al Congresso di Genova. Ma avrei molta voglia di vedere Roma E se mai nell'Ottobre venissi a Roma non potresti venirci anche tu ? Che gioia sarebbe passeggiare insieme fra* quei monumenti Qui in generale si dice bene del nuovo Papa Ma si sa che per rimediare a tutti i mali di onesto stato la bontà sola non basta.
Salutami tanto la Mamma, Cado, Enrico, Troja, Ajello, Bozzelli, le Sig." Gar-gallo, e credimi con tutto l'affetto
Tuo af.mo Amico Montanelli.
XLV. G. Amico
Ebbi la tua lettera dal Cosenz, il quale mi piacque, e mi dispiace di non avere anche potuto rivederlo, essendo dalla mattina alla sera incatenato al banco degli esami di Laurea, dal quale ti scrivo anche questa lettera. Non ebbi mai la lettera che dici avermi scritta il 18 del mese scorso. Io ti scrissi presso a poco nello stesso tempo, e forse sarà avvenuto lo stesso della miai Gran cosa non posso contare sulla regolarità delle nostre comunicazioni ! I tuoi libri sono a Livorno presso l'amico mio Biscardi. e quando partirà il tuo raccomandato gli darò qu el numero di copie di coi potrà inca­ricarsi Il bambino dell'Emilia Fantoni di cui ti scrissi nella mia ultima lettera che si era rotto un braccio è guarito perfettamente. Ieri lo sfasciarono, e trovarono che il braccio era rimesso benissimo. La Lauretta ti saluta tanto tanto, così la Sofia. Rinaldo Ruschi è tornato jeri da Roma.
Mi parli nella tua lettera del miglioramento d'Odoardo, lo che mi fa supporre che nell'altra tua lettera tu m'avessi parlato della sua malattia. Godo di sentire che sta meglio, quantunque non sappia in che consisteva il suo male Sono pieno zeppo di noja, e affaticato quanto mai dagli esami, e dal caldo che abbiamo grandissimo. Mi fa dolere quello che mi dici di non potere applicare in nessun modo. Intendo tutto il vuoto che devi sentire 1 Ma mi pare impossibile che tu non debba determinarti a fare un viaggio l Credo che sarebbe il vero rimedio al tuo male. Quanto pagherei di poterti venire a prendere, e d'andar teco a fare un viaggio nella Svizzera l Oh come mi rinfresca la sola memoria di quelle verdi valli, e di quelle cascate l
E penso anche alle tue magnifiche ottave sulla bellezza della Natura che mi reci­tavi quella mattina che arrivammo insieme sino al Camposanto l Ti rammenti la dolcezza malinconica del nostro colloquio di quella mattina? Caro Sandro quante volte ripenso la nostra panneggiata notturna. La memoria di Napoli mi è dolce pensando a tutto quello che ho provato con te. Sento che se fossimo uniti ci farebbe tanto bene a tatti e due I Salutami tanto la tua cara e buona Mamma, e Carlo e Enrico, e Troja, e Ajello, e le Gargallo. Giovedì scorso vidi Palmieri. Ma dopo quello ohe mi dicesti non mi fece punto piacere il rivederlo Credimi.
Tuo afiV0 Amico
14 Luglio 1840. G. M.