Rassegna storica del Risorgimento
POERIO ALESSANDRO ; MONTANELLI GIUSEPPE
anno
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1943
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pagina
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192
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192 Nunzio Coppola
La noja degli esami con questo caldo dev'essere pure la fiera cosa. Ma spero presto ne sarai fuori, e potrai riposare un poco, e sopra tutto tornare a studj più geniali. Non lasciar mai interamente le lettere, non già per ingentilire l'anima, che la tua è tanto gentile da sé che in ciò non abbisogna d'ajuto, ma per non darla vinta a quelle altre occupazioni che rapiscono il più del tuo tempo, e ti allontanano da ciò a cui sei nato, ed in cui faresti grandissimo frutto. A me non è avvenuto d'incontrar nella vita chi sentisse più veramente meco, e se tu ti ricordi con tanta precisione del colloquio di quella mattina che passeggiammo per la strada del campo, mattina infausta per la morte del povero de Augustinis, credo che di tutto il tempo che abbiamo già passato insieme è rimasta in me così scolpita rimembranza che mai sì saldo in marmo non sì scrìsse. Perchè mi vai ora seducendo o, per dir meglio, martirizzando con immagini
Idi viaggi, e quali ? all'eterna Roma, ed in quella Svizzera da me non vedu ta abbastanza nella mia giovinezza, e la cui bellezza infinita è come un desiderio rimastomi fin da quella età dì sorriso e di speranza? Se sapessi come tutto mi va male, mi lasceresti stare in questa mia, dirà, fatalità di uggia e d'ipocondria. E qui pure ti rimando alla lettera scritta alla Lauretta. Godo che il Gosenz ti sia andato a genio; è un bravo giovane; ha una sorella maxitata costà. Al suo ripassare per Pisa resto inteso che gli darai quel che ti chiederà. Ma, a proposito, nel rispondermi non dimenticare di dirmi quale sia il numero degli esemplari venuti da Marsiglia, e se hai pagato alcuna spesa di trasporto, affinchè possa rimborsarti. Amami, e scrivi quanto più spesso e più a lungo
potrai.
Tuo Afl>
Alessandro Poerio.
P. S. Tutti coloro che hai mentovati nelle tue lettere, ti risalutano. Hai dimenticato la Guacci che pur sempre mi dimanda di te. Mia madre poi e mio fratello ti risalutano proprio col cuore, e cosi Enrico. H fratello Odoardo ebbe, se noi sai, la minaccia d'un colpo di sangue, e dovrà fare una seria cura; va sempre meglio. Dimmi se Beppe Giusti sia in Genova, come alcuno mi assicurava.
xLvm.
Carissimo Beppe Napoli 18 Agosto 1846.
Son breve, perchè ti scrivo sotto uno de* più fieri accessi del mio singhiozzo tornato con grandissima violenza dopo due mesi e qualche giorno di tregua.
Godo che la tua salute sia buona e che delle vacanze della Università tu profitti per scrivere in fatto di legislazione. Mi sarebbe piaciuto che ti fossi accostato a studj più geniali; ma forse hai ragione di voler insistere ad una meta senza divagar l'ingegno. Ciò non dimeno non lasciar del tutto le lettere*
In quanto a me, che vuoi che ti dica? Spossato di corpo e d'animo, mi par d'esser morto intellettualmente. Faccia Dio che questo cosi doloroso stato cessi una volta.
Ti prego di andar da Rosini e dirgli che sono in attenzione di replica alla mia risposta, con cui lo pregava di accludermi una sua lettera pel signor Tartaglia.
Quanto mi duole della povera Sofial Scrivo due righe a sua madre con questo corriere dirigendo la lettera a Livorno, dove mi dici ch'essa è. Spero aver presto nuove soddisfacenti.
Mìa madre e mio fratello (lode al Cielo) stanno bene. Da parte loro tante cose* Degli altri che accenni, nessuno ho veduto in questi giorni, non essendo punto uscito.