Rassegna storica del Risorgimento

POERIO ALESSANDRO ; MONTANELLI GIUSEPPE
anno <1943>   pagina <193>
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Alessandro Poerio e Giuseppe Montanelli 193
tanto il mio soffrire è stato spasmodico. Oggi vo* scuotermi ad ogni modo, ed andare un poco in campagna.
Dimmi del tuo viaggio a Genova; se persisti in sol pensiero* e dell'andare nell'ottobre a Roma.
Scrivi subito ed ama II tuo
Alessandro Poerio.
IL.
Napoli a dì 17 Ottobre 1846. Carissimo Beppe,
Privo di risposta a due mie lettere, Pana de* principj di Agosto, l'altra della fine di Settembre, non sapeva che pensare; ma jeri ebbi la terribile spiegazione del tuo silen­zio. Persone tornate da Genova e passate per Pisa hanno portato la dolorosa nuova. È dunque vero? Quella buona Sofia non è più? Quell'anima così schietta e gentile si è partita innanzi tempo ? Troppo amaro per lei era stato resperimento della vita; troppo dolore l'aveva straziata nel fiorire di giovinezza, appena gustate le delizie del­l'amore. So che tu in lei hai perduto come una sorella. Ed io in que* pochi giorni ch'ella fn qtù me l'era affezionato, e cosi mia madre, e tutti noi, e la sua imma­tura perdita ci e stata amarissima. La mia ottima madre non può pensare allo stato della povera Lauretta. Né io oso scriverle; se fossi costà, saprei addolorarmi seco senza importunarla; rispettare il suo dolore e dividerlo. Ma condolermi per lettera... ti assicuro che a ciò la mano mi nega l'officio suo. Tu dille per me tutto ciò che già sai senza che io te lo scriva. La vostra sventura mi accresce il desiderio d'essere con voi; e mi par sacro dovere il correre ad affliggermi in vostra compagnia, io che ignaro di così luttuoso avvenimento, sognava gioja al primo rivederci. Povera Sofia! Non ti partirai mai da miei pensieri, e nella memoria del cuore ti serbo una specie di culto.
Spero esser presto costà, e poter passare tutto il verno in Pisa. Tu scrivimi ormai;
che il tuo silenzio mi fa male. Addio
H tuo af>
Alessandro Poerio.
G. Montanelli a A. Poerio
L. Mio caro Sandro
Ti scrivo da Fucccchio dove sono da qualche giorno e dove ho mio padre amma­lato. Nel dolore della perdita dello Sofia uno dei pensieri che più mi affliggevano era quello dell'effetto che avrebbe prodotto sopra di te. So ohe hai forte l'animo, ma così malato come sei mi faceva tremare l'idea dell'impressione che ti avrebbe recato quella dolorosa notizia! Per la Sofia la vita non aveva più attrattive; tanto la aveva stac­cata dalle cose terrene la perdita del suo Alessandro! Essa era un angiolo, e gode ora fra gli angioli. Afa tu che sai quanto l'amavano nella sua famiglia, facilmente t'ima-ginerai il loro dolorai La povera Lauretta soffre religiosamente rassegnata, ma il suo dolore è immenso quanto il suo affetto per la Sofia. L* Emilia è una vedova col marito. Io cerco di consolare più che posso quest'infelice, ma vi sono momenti ne' quali la forza mi manca. Prego Dio che mi sostenga. Figurati in mezzo a tutti questi dolori