Rassegna storica del Risorgimento
POERIO ALESSANDRO ; MONTANELLI GIUSEPPE
anno
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1943
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pagina
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197
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Alessandro Poerio e Giuseppe Montanelli 197
Probabilmente potrò lasciar Napoli prima della metà del corrente mese. Questa mia viene acclusa in una di mio cugino Enrico al Ruschi, il quale gli raccomandò un medico francese ora tornante a Pisa. Tu scrivimi a Roma, cosicché io appena giunto colà possa trovar tue lettere. Fammi anco il favore di vedere se in cotesto uffizio postale fosse una lettera per me. Scrissi ad un mio amico ch'è a Parigi, quando giù credeva essere sulle mosse per Pisa, e lo pregai di rispondermi quivi. Caso che vi sia ritirala, se i regolamenti lo permettono; od almeno avvisa gl'impiegati che me la serbino, poiché so che negli uffizi di posta per solito fanno scarto delle lettere quando per un certo tempo non sono state richieste.
La mia venuta a Pisa ricadere in Aprile più o meno inoltrato secondo che partirò più o meno presto nel corrente Febhrajo.
Ho avuto occasione di conoscere una donna di altissimi spiriti cui non indarno scorre nelle vene il sangue del massimo poeta per l'ultima femmina che di lui discese e che sposò un Serego. Essa è la contessa Teresa SeregoAlighieri di Verona, moglie al Conte Giovanni Gozzadini di Bologna. Ed il marito degnamente porta il nome di quel generoso tanto cospicuo in una famiglia che tutta e sempre fu amica del popolo in quella città come i Capponi di Firenze.
Se in Roma hai qualche amico che per altezza d'animo e d'ingegno sia tale che io debba desiderarne la conoscenza, accludimi una lettera per Ini.
Vorrei, ma non ho la forza di scrivere alla Lauretta; aspetterò qualche altra settimana. Dimmi tu se credi che da Roma io debba scriverle e come.
La Guacci ebbe un po' di flussione agli occhi, ma ora è guarita, ed il marito il cui stato di salate dava, mesi fa, un poco da temere, va molto meglio mediante la cura lattea. Le Gargallo hanno stretto amicizia con la Gozzadini e stanno bene. Trova quasi impedito dalla gamba, spazia con la mente che cogli anni sembra rinforzarseli i, pe' campi della Storia, e fa camminar di conserva le due pubblicazioni del lavoro storico, e del Codice diplomatico Longobardo. Bozzelli fura alle occupazioni forensi qualche ritaglio di tempo, e torna a' suoi geniali e robustissimi studj. Di recente lesse nell'Accademia delle Scienze un discorso in cui esponeva l'idea di una Storia delle scienze filosofiche in Italia. Piacque molto; non mi trovai presente, ma egli mi ha promesso di farmelo leggere. Ajello continua a studiare indefessamente, e s'interna nel tedesco, avido com'egli è di leggere le tante opere di storia, di estetica, di filosofia che colò si stampano. Tutti quanti carissimamente ti salutano, e desiderano esser vivi nella tua memoria e nell'affetto. Nulla dico poi della mia ottima madre e del mio Carlo che l'una da madre, l'altro da fratello ti amano.
Per la Lauretta e la sua famiglia ed i coniugi Fantoni tante afifettuosissime cose anche per parte de'miei, i quali, sebbene non li conoscano personalmente, gli han cari come amici tuoi. Ricordami anche a' Professori Rosini. Bonaini, e Pilla e riverisci distintamente da mia parte Silvestro Centofanti la cui eloquenza ammirerò venuto costà, appagando un antico desiderio del mio animo. Anco a Ruschi i miei
saluti.
Del Tommaseo nulla ho più saputo, lo credo tornato a Venezia. Gli scriverò da Roma. Ho letto il suo proemio alla pubblicazione della corrispondenza di Pasquale Paoli; secondo il consueto, cose bellissime e spesso sapienti e vive d'affetto; tanto più avrei voluto che ne lasciasse fuori alcune altro le quali a' suoi nomici son gioja maligna e pretesto a calunniarlo, ed anco altre che mi riescono troppo tenui e quasi indegne di un ingegno cosi potente* Ma forse m'inganno; dimmene il parer tuo; che io temo esser soverchiamente severo ad un umico che amo e venero; anzi a nessun altro, se non a tòt