Rassegna storica del Risorgimento

POERIO ALESSANDRO ; MONTANELLI GIUSEPPE
anno <1943>   pagina <201>
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Alessandro Poerio e Giuseppe Montanelli 201
meglio, e anche Lauretta so che sta meglio quantunque non la veda da due giorni. Le tue tre poesie sono delizia mia e degli amici miei. Avevo bisogno di poesia, ed era molto tempo che non ne sentivo di quella di prima qualità. Ma sai, caro Sandro, che questi tuoi versi sono una meraviglia? Per quanto abbia cercato il neo non ce l'ho trovato. Tutto è bello l'affetto profondo - la parola splendida e l'armonia veramente lirica L'ode sopra Roma non morirà, H passato, il presente, l'avvenire della città eterna sono in quei versi E vi sono arditezze liriche di bellezza peregrina. Armata della morte e del voler di Cristo Non isperate, o genti, mai pareggiar quel tuono All'età superba delta tua gran rapina L'orma di Dio non si consuma È santa­mente caro son tocchi di mano creatrice! Dio ti renda e ti mantenga la vera salute, o carissimo Sandro Tu solo puoi essere il nostro poeta. L'Italia ha bisogno d'una lirica come quella che hai meravigliosamente descritta nella lirica civile Quei versi della terza strofa come son belli ! Si la lirica tua lasciamelo dire Vopre spira benché sembri un suonfugace, e con forza pertinace fa cammino e in cima vien 0 II Tempio l'avrò già letto venti volte, e venti volte mi ha fatto piangere. Quelle due ultime strofe, non, ti so dire quel che mi fanno provare ! Quella fratellanza in Dio senza essersi mai ricambiati una parola, quel viaggio sulle vie del perdono, che bella cosai Mi cresce il sentimento religioso nel leggere questi tuoi versi, come nel pregare.
Dunque non verrai a Pisa ? Questo è un vero dolore. Io non posso venire a Roma nel maggio, avendo le lezioni che me lo impediscono Figurati se verrei volentieri 1 Che piacere sarebbe per me passeggiar teco in mezzo a cotesti monumenti 1 Ma ormai son costretto a fare annegazione dei miei più cari desideri! di ricreazione dell'animo La salute debole, la necessità di studii fastidiosissimi e la presenza continua del dolore della povera Lauretta non mi permettono più di godere in questa vita altre soddisfa­zioni che quelle severe della coscienza.
Se vedi la Sig.1* Costanza2) salutala, e dille che ricevei la sua ultima lettera, e che
ho bisogno di alcune spiegazioni, le quali non posso chiederle, finché non mi si presenti
un'occasione sicura. Allora ti manderò anche le copie delle tue poesie, come per un
amico mio che presto partirà per Bologna manderà le due copie al Conte Marchetti,
e alla Contessa Gozzadini.
Toglimi sempre bene, e credimi
Tuo aff.m0 Amico
Pisa 17 Aprile 1847. G. Montanelli.
A. Poerio a G* Montanelli
LVIU.
Roma a di 20 Aprile 1847.
Caro Beppe Wn S. Claudio, n. 82, 3 piano.
Da dieci o dodici giorni dev'esserti giunta una mia lettera che fu da me conse­gnata al Conte Bourk-Ferrall cognato di Gonfalonieri. Egli mi promise che, siccome non si. trattenea che poche ore in Pisa, se non avesse potuto dartela in proprie
i) Son versi tratti dalla Lirica civile (Ferve il verso, e Vopre spira "Benché sembri un suon fugace* - E confano pertinace - Fa cammino e in cima vien, - Purché l'aura falla lira Sia virtù, di saero san), che il Montanelli non seppe astenersi dal pubblicare, senza 11 consenso dell'autore, nel secondo numero del suo giornale V Italia.
2) Costanza Trotti, moglie del marchese Giuseppe Arconati.