Rassegna storica del Risorgimento

POERIO ALESSANDRO ; MONTANELLI GIUSEPPE
anno <1943>   pagina <202>
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202 Nunzio Coppola
mani l'avrebbe rimessa alla Sig.** Prino sorella della Marchesa Arconati per fartela ricapitare. Veran dentro versi. Ti rinnovava in quella lettera, e ti rinnovo ora la pre­ghiera di farmi aver qui in Roma, dove passerò un altro mese cinque o sei esem­plari del mio volumetto di Liriche, parecchie persone avendomelo chiesto. Non credo che debbano mancare occasioni pronte e sicure. Io continuo a star benino. Volesse Iddio potessi venire in Toscana; ma per ora ciò mi riesce impossibile. Nella mia lettera ve n'era una perla Lauretta. Salutala tanto tanto. Son breve, perchè il tempo stringe, e l'Abate Atto Vannucci, da me conosciuto con gran piacere partirà proba­bilmente domattina, e bisogna che or ora gli mandi la lettera. Le tue parole intorno a Manzoni e Gioberti sono molto belle; ma vorrei che in Pio IX fosse condizione tale da render vera anche l'ultima parte del tuo articolo. Speriamo. Addio. Caramente ti abbraccia
Il Tuo Afi> Alessandro Poerio.
LIX.
Napoli, 1847.1) Carissimo Beppe,
Ti scrissi prima di lasciar Roma, e sperava ricevere lettere tue, ma sono rima­sto deluso. Voglio sperare che questo silenzio non derivi da indisposizione di salute ed avrò caro che tu me ne dia quanto prima piena certezza. Io tostochè giunsi in Napoli sperimentai un certo mal essere, e continua, benché finora le convulsioni spa­smodiche ed il singhiozzo mi abbiano risparmiato. Insomma o sia l'aria di Napoli poco amica a' miei nervi o le tristi rimembranze che qua mi assalgono, soffro ed agitazione nervosa e difficoltà di digestione. Dio faccia che la cosa non passi più
La presente ti sarà ricapitata dal signore Girolamo Corsini nativo di Bologna, ma libraio editore in Napoli. Egli è un'ottima persona e te lo raccomando calda­mente, si tratterrà quindici o venti giorni in Toscana. Tolti i due esemplari del mio volumetto spediti alla Gozzadini ed al Marchetti ed i sei o sette che ti ho scritto di mandare al Conte Giuseppe Càtterinetti-Franco in Roma Via de' Pontefici N. 50, 1 piano con preghiera di farglieli consegnare in propria mano, potrai dare gli altri tutti al signor Corsini. Per questi farò le correzioni io stesso, ma per gli altri mi affido a te, quantunque senta che il darti tanto incomodo sia un abusare dell'amicizia.
Ti accludo una letterina per Beppe Giusti, il quale credo non sia più in Firenze, ma in Pescia. Ad ogni modo fa ch'egli l'abbia.
Mia 'madre e mio fratello, che, lode al Cielo, stanno bene, ti si ricordano e raccomandano. Ajello stato poc'anzi da me caramente ti saluta. Cosi pure Carlo Troya, la Guacci delle cui poesie vedrai una nuova edizione accresciuta di molti componimenti, le Gargallo, il Cav.* Bozzelli e il Cav.* De Cesare. *)
Carissimo Beppe, quanto ho desiderato e vanamente di poter esser teco. Ma la prima volta che uscirò di Napoli, verrò diritto in Toscana terra della mia giovi­nezza e delle mie piò. caro amicizie*
i) D giorno dev'essere 11 9 giugno, che tale è la data dell'acclusa letterina al Giu­sti, la quale fu edita prima dal Biagi (nel citato opuscolo per nozze) e poi dal Croce (nel cit. Viaggio in Germania, p. 228).
) Sai letterato Giuseppe di Cesare, vedi il citato volume del DE SANCITO,p. 368 ss.