Rassegna storica del Risorgimento
POERIO ALESSANDRO ; MONTANELLI GIUSEPPE
anno
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1943
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pagina
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206
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206 Nunzio Coppola
LXIIL
Napoli, a* 18 Agosto 1847. Carissimo Beppe,
Ti serissi per mezzo del sig. Bochdan giovane poi lacco accludendoti una lettera per la Lauretta.
Il Bochdan partì sul finir di giugno, e son certo che si affrettò di eseguire la mia commissione. E scorso più d'un mese e mezzo, e non ancora ho avuto tua risposta. Forse non ti si sarà presentata nessuna occasione particolare ; forse la persona incaricata di recarmi la tua lettera non se ne sarà dato alcun pensiero, come assai spesso avviene. Anco la Guacci è priva di tua risposta ad una sua lettera. Ma per via indiretta sappiamo io e gli altri tuoi amici che stai bene, e che con classicità attendi a scrivere ne* giornali. Anzi ho sentito particolarmente lodare un tuo articolo inserito nellMKra, ma a me non è venuto fatto di leggerlo. E neppur dell'Itola ho potuto procurarmi altro numero dal secondo in poi. Trovai in quello riportati alcuni miei versi. Ma mi spiacque che fossero accompagnati da elogi sproporzionati a quel pochissimo ch'io sono, e che si dicesse non essermi stata renduta giustizia, il che (atteso la nostra intima amicizia) può parere un mio lamento.*'
D mio mal di nervi imperversa l'un dì più che l'altro. Ti confermo la mia intenzione di partir presto per costà; spero poterti abbracciare prima della metà di settembre.
Qui per un opuscolo anonimo si son fatti, parecchi arresti.
Mia madre e mio fratello, lode al Cielo, stanno bene e ti salutano di cuore. Addio, carissimo Beppe. Addio. Dì tante affettuosissime cose alla Lauretta anche per parte de' miei. E credimi invariabilmente. m Affino
Alessandro Poerio.
i
P. S. Carlo Torrigiani s'incarica d'impostar q.a lettera a Livorno. Egli torna a Firenze senza fermarsi in Pisa.
l) E la Lirica civile, che il Montanelli, nel giornale, fece uscir preceduta da questo cappello: Poesia. Non ponemmo fra i titoli del nostro Giornale quello di letterario. Dunque l'Italia sarà barbara? Dunque rinnegherà la coltura letteraria a cui deve sì gran parte della sua civiltà? Tutt'altro. Noi vogliamo V Italia Italiana; e l'Italia Italiana è tutta poesia} noi vogliamo in Italia il regno dell'arte, ed è anzi questa una delle ragioni per cui crediamo che l'Italia non farà mai buon viso alle aride forme del protestantesimo. Ma o VArte sarà potenza di rigenerazione morale e politica, enoi che siamo Giornale PoliticoMorale le daremo lieta accoglienza fra noi; o non serve a questo fine, t non vogliamo saperne nulla. Però intendiamoci bene o Poeti Italiani. Siete sempre alle innocenti giaculatorie degli Arcadi ? Ritiratevi nei vostri territorii d'Arcadia; nell'Italia non c'è posto per voi. Siete alle lamentazioni malinconiche al cipresso al salice piangente al cimitero illuminato dal pallido raggio della luna ecc. ecc. Ci dispiace di non poter piangere con voi, poiché abbiamo ben altri pianti da consolare pianti di popoli pianti di generazioni che soffrono. Siete alla poesia del dubbio, e della disperazione? Oh per carità chetatevi? so avete la disgrazia di non credere e di non sperare, perchè vorrete provare la gioia satanica di vedere disgraziati anche gii altri? Ci parrebbe d'esser complici d'un delitto riportando le vostre parole. Ma tu, o Poeta, che t'infiammi dì fede e d'amore, tn che guardi all'aurora del risorgimento, tu che ti venti l'ispirato di Dio, tu sarai prone al magnanimi, tu flagello ai codardi... Tu sei SI Poeta d'Italia.
E perchè si sappia che Poeta vogliamo, ecco alcune strofe d'un gran Poeta a cui non fu ancora resa la giustizia che merita, ma che quelli che se ne intendono hanno giudicato per uno dei primi Lirici contemporanei.