Rassegna storica del Risorgimento

POERIO ALESSANDRO ; MONTANELLI GIUSEPPE
anno <1943>   pagina <207>
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Alessandro Poerio e Giuseppe Montanelli 207
L, Parrà ad A. Poerio
LXJV. Caro Sandro
Sono alarmata per mille voci che ci giungono da Napoli tutte dolorose. Sareste nuovamente con nuovi dolori. Il vostro fratello sarebbe detenuto cosa che non posso credere, conoscendo quanto siete alieni da ogni spece di intrighi Se ciò è, mi con­forta il pensiero della sua innocenza, e mi persuado che se si possono commettere dei sbagli dalle autorità, presto poi l'innocenza viene a galla. Scrivetemi di voi di tutta la vostra famiglia della salute vostra e del vostro viaggio, siamo già alla metà di settembre vi aspettiamo Qui sono sola, ho la mia Emilia i figli e tutti quanti gli amici in Firenze per la festa mostro data in manifestazione del giubilo universale per l'ottenuta guardia civica. Rinaldo è tornato questa notte e mi dice che è stata una di quelle cose che non si descrivono ma che noi qui possiamo farcene idea, dopo quelle di Pisa Livorno e Lucca.
Vi lascio per che è tardi temo non essere in tempo per la posta temo anche che non decifrerete questo gazzabnglio.
Salutatemi la Madre vostra Scrivete presto
Vostra aff.* Amica
L. Parrà. Pisa, 13 Settembre 1847. D
LXV.
Caro Sandro! Profìtto di un'occasione per scrìvervi due righe come posso, e darvi le nuove di Beppe che è stato amalato d'occhi assai, che sta molto meglio e ha speranza di poter, per ragione di sua salute indebolita dalle molte fatiche, efetuare un viaggetto a Roma. Esso vi saluta, saluta tutti di casa vostra, pensa molto a voi tutti Noi siamo con il cuore con voialtri. Aspettiamo qui il mio cugino
t) Manca qui una lettera del Poerio al Montanelli del 16 settembre, la quale fu inviata per il recapito a Vincenzo Sai vagnoli a Firenze, ma non giunse a destinazione. Per supplire alla continuità delle notizie, interrotta dalla perdita di essa, riporto invece quella diretta al Salvagnoli, che la conteneva (l'autografo è nella Biblioteca Nazio­nale Centrale di Firenze):
Napoli 16 Settembre 1847 - C. A. Sempre più travagliato dalla mia infer­mità nervina, io aveva risoluto di lasciar Napoli a mezzo Settembre, e recarmi costà, ma il di 7 fu arrestato il mio carissimo fratello Carlo che al solito sostiene con serenità d'animo q.* nuova immeritata sventura Mia madre, donna fortissima anch'essa, resiste con fermezza a questa persecuzione. Fortunatamente ci è permesso di veder l'arrestato ogni giorno, ed è trattato bene. Par ohe questa sia, come qua dicesi, una misura di precauzione. Vorrei che l'arresto fosse annunziato nel tuo giornale, e nell'Alba, ma puramente e semplicemente senza la menoma osservazione.
Sulle cose del Regno battete forte. I moti di Calabria durano gagliardi, Checchi ne dica quel giornale cui fu cosi egregiamente risposto in un articolo della Patria del di 8 corr." mese. Eserciti dunque la stampa toscana il suo libero ministero di pietà, d'indi­gnazione, di Inastino solenne, di consigli coraggiosi in tanta e cosi sanguinosa sventura di quest'ultima (ohi pur troppo) parte d'Italia. Amami*, non scrivere che per occa­sione particolare. Caramente ti abbraccio TI tuo aff.mo Alessandro Poerio PyS. Fa subito pervenire l'acclusa a Beppe Montanelli.