Rassegna storica del Risorgimento

POERIO ALESSANDRO ; MONTANELLI GIUSEPPE
anno <1943>   pagina <208>
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208 Nunzio Coppola
Enrico l) e lo riceveremo bene. Io desidero infinitamente che non mi lasciate priva delle nuove della vostra salute cosi poco ferma, come pure di quella di tutti di casa vostra che vi prego cordialmente salutare per me. Io mi dibatto nella mìa afflizione di madre sventurata, infelicissima! e non ostante che senta mille incomodi ho apparenza di star bene camino, mi occupo, come riescìre m'è possibile, e tanto si va avanti campando di lagrime!
State di buon animo più che potete e Dio faccia che ci rivediamo presto.
Rinaldo vi dice a tutti mille affettuose cose indovinate i pensieri e il cuore nostro
e credetemi vostra come sempre
aff.mB amica
L. Parrà. Pisa, 14 Ottobre 1847.
A. Poerio a G. Montanelli
LVI.
Napoli a dì 19 ottobre 1847. Carissimo Beppe,
Non ho più avuto tue lettere, e se non hai occasioni particolari, ben fai a non mandarne; la posta essendo ormai tale nel Regno che nessuna lettera tua mi per­verrebbe, anzi andrebbe di certo ad accrescere l'archivio delle tante e tante che sono lette e sequestrate in Polizia. Ad una di Lauretta del 13 scorso mese, ch'ebbi per miracolo, non mancai di rispondere valendomi della partenza di un amico mio, il quale mi promise d'impostarla a Livorno. Altrettanto fo per la presente la quale son certo che ti perverrà.
Mio fratello ed Ayala continuano a stare in carcere. Non sono stati interro­gati, nulla essendovi a carico loro; tutte le carte sequestrate furono, dopo diligente esame, ad essi restituite. Insomma il loro arresto è una di quelle misure arbitrarie di Polizia, decorate qui con l'epiteto di economiche. Grazie a Dio la salute di Carlo è buona, mia madre sopporta con molta forza d'animo questa nuova sventura. Di me e della mia povera salute non ti parlo.
z) In Calabria fu combattuto con varia fortuna; ma gl'insorti non avendo trovato efficace riscontro nelle masse popolari, anzi in molti luoghi le guardie urbane (milizia organizzata a modo di sbirraglia) avendo per fanatismo, o piuttosto per
*) Dice proprio cosi: mio cugino Enrico. Ma non so s'ella avesse davvero un cugino di tal nome; né riesco a comprendere perchè dovesse annunziare all'amico che lo avrebbe accolto bene. Dubito piuttosto che quel mio sia un lapsus calami per vottro, oppure una espressione capovolta per prudenza, volendo invece indicare proprio il cugino di Alessandro: Enrico Poerio; il quale, sospettato di aver avuto parte nella compilazione e nella stampa della celebre Protesta del Settembrini, era allora fuggito da Napoli Insieme con Giuseppe Del Re (altro indiziato). Forse prima di raggiungere fra molte peripezie Tolone, ove era diretto, passava per Pisa, avendo qualche commendatizia di Alessandro per lo Lauretta. Forse Alessandro aveva accennato all'arnica il probabile arrivo del cugino in qualche lettera, che è per noi perduta, o per altra via. Non so dire poi se ad Enrico riuscì di passare per Pisa.
2) La pane di questa lettera, da me chiusa tra virgolette, fu inserita anonima, come notìzia da Napoli, ncHV/atta del 23 ottobre 1847, n. 20, nella rubrica Notài Italiane,