Rassegna storica del Risorgimento

POERIO ALESSANDRO ; MONTANELLI GIUSEPPE
anno <1943>   pagina <214>
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214 Nunzio Coppola
se gli Austriaci daranno qualche battaglia! Abbiamo i bauli fatti, per andare là anche noi ma aspettiamo di vedere la piega che prendono le cose in Lom­bardia. Stiamo con le nuove, se gli Austriaci se ne vanno resteremo qui, ma se la guerra avrà luogo ai primi annunzi partiremo per essere vicini ai nostri cari. Non si reggerebbe a starli lontani.
Come vanno le vostre cose a Napoli. Dio faccia che questa nostra Italia trionfi, si ordini poi forte senza contese e si diventi una volta Nazione rispettata.
Spero che la vostra salute sarà buona, con tanti felici avvenimenti, con tanti miracoli mi pare che dobbiate essere risanato perfettamente.
Si dice dai giornali che i napoletani vengono a Ferrara. Che grande spettacolo è questo di vedere correre da tutte le parti armati per liberare questa nostra patria dai barbari. Io spero che la benedizione di Pio IX che ha già fatto tanti prodigi ci farà trionfare presto di tutt'i nostri nemici.
Fate vi prego i miei complimenti alla vostra ottima Madre e al fratello gradite dalla mia Emilia i più cordiali saluti e credetemi vostra come sempre
Aff.1"* Amica L. Parrà.
Avete veduto come Montanelli è stato calunniato l'invidia di Salvagnoli l'ha accecato e fatto mettere nella Patria una corrispondenza di Massa che non ha altro fine che di alterare la reputazione di Montanelli come uomo politico.1)
*) Allude a una corrispondenza da Massa Ducale, del 24 marzo, inserita nella Patria del 26 (anno I, n. 201), alla prima colonna, subito dopo un breve articolo di V. Salvagnoli esaltante lo sforzo eroico compiuto in quei giorni dai Milanesi per cacciare gli Austriaci dalla città. In quella corrispondenza si parlava del moto popolare scoppiato in Massa il 21 marzo, conclusosi colla nomina di un Governo provvisorio composto di Massesi e di Carraresi, il quale col consenso del pubblico doveva proclamare l'annessione del Ducato alla rimanente Toscana di Leopoldo XL Se non che, intervenne a questo punto e il prof. Montanelli, che in luogo di fer­marsi coi suoi militi del battaglione universitario a Pietrasanta, come avevano fatto gli altri Professori colle loro compagnie, venne diritto a Massa, arringò il popolo, e dissuadendolo a congiungersi alla famiglia toscana, lo consigliò a mantenersi libero e indipendente finché in. un congresso europeo presieduto da Pio Nono, non si deci­desse delle sorti delle Provincie italiane; o, se avevano bisogno di un appoggio, si dessero a Carlo Alberto. Vi furono opposizioni e contrasti. Il prof. Matteucci soste­neva calorosamente la convenienza di unirsi alla Toscana. Il 23 intervenne il prof. Giorgini colla sua compagnia ed ebbe un abboccamento col Governo provvisorio; in seguito di che si annunziò che nella giornata stessa (del 24) si sarebbe pubblicato il Proclama della riunione di Massa e Carrara alla Toscana. E la corrispondenza concludeva: Il Prof. Montanelli, perduta la speranza di far qui prevalere le sue proposte, montò in vettura dirigendosi per la via di Sarzana verso Milano, per lare, come disse, un altro tentativo più fortunato in quella provincia). A questa corrispondenza replicò L'Italia del 28 marzo (n. 67), a difesa del Montanelli, con un articolo moderato, in cui tra l'altro si diceva: Se il Montanelli volle per­suadere ai Massesi di costituirsi a Governo provvisorio, non potò certamente farlo con intendimento avverso olla loro unione alla Toscana. Troppe ragioni evidentissime provano l'opportunità, l'utilità, la necessità di questa congiunzione politica. Egli forse non valutò abbastanza queste ragioni per rispetto alle presenti esigenze delle cose: forse attribuì troppo all'idea del futuro Congresso (crederei italiano, e non