Rassegna storica del Risorgimento
POERIO ALESSANDRO ; MONTANELLI GIUSEPPE
anno
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1943
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pagina
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215
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Alessandro Poe-ria e Giuseppe Montanelli 215
Montanelli sa Massa disse a quei Massosi l'idea che ha esposto sull'Italia e ohe dice a tatti che tutt'i paesi redenti stiano eoi loro governo provisorio sino a tanto che gli Austriaci abbiano ripassato le alpi che dopo si faccia un congresso nazionale e si stabilischino quei governi che la Nazione crederà meglio per l'Italia, onde non distrarsi adesso dalla preoccupazione di cacciare i Tedeschi e evitare adesso delle compartizioni irragionevoli delle discordie delle discordanze dei partiti oggi la patria di tanta perfida!
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A. Poerio a G. Montanelli
Lxxra.
Venezia, a' 15 Settembre 1848. D
Carissimo Beppe. Una delle più desiderabili, delle più care, delle più invocate consolazioni ch'io potessi avere in questa declinazione precipitosa della fortuna d Italia, era il saperti libero e rimpatriato Credi pure che neppure quando più spontaneo mi sgorga il verso dall'anima potrei esprimere quel che provai nell'alternar di notizie sul tuo conto ora del tutto funeste, ora lasciasti qualche barlume di speranza, ora così dubbie e contraddittorie da stancare l'inquieto pensiero. Pur finalmente ti seppi in Mantova, prigione, ferito men gravemente di quel che si credeva, trattato più benignamente che non si aspettava da così rabbioso nemico e tentai di scriverti ma nessuna via mi s'aperse; e di poi mi fu assicurato che in compagnia di molti altri prigionieri eri stato avviato in Germania. Lessi in un giornale
europeo) a Roma; ma certamente non potea non sentire l'opportunità, l'utilità, la convenienza politica di quella unione colla Toscana. E si dichiarava che l'effetto prodotto dalle parole del Montanelli era certamente contrario all'intento di Ini. A questo articolo, dovuto forse alla penna del Centofanti, seguiva un trafiletto molto più aspro, ispirato forse dalla Parrà, che manifestava lo sdegno prodotto negli amici del Montanelli, ed accusava gli autori della corrispondenza di aver propagato accuse mal fondate, per bassa invidia contro l'amico; mordendo aspramente la induzione contenuta nell'ultimo capoverso di quella corrispondenza. Però la Patria stessa, il 30 marzo (n. 205), prese atto della smentita, pubblicando l'articolo, ma non il trafiletto: Con molto piacere noi pubblichiamo il seguente articolo dell' Italia; perchè, imparziali con tatti, vogliamo verso una persona da noi rispettata ed amata qual è il Montanelli, essere non solamente imparziali, ma pronti ad accogliere tutto ciò che può difenderlo da ingiuste accuse. Non accettiamo però i rimproveri che la Direzione dell'Italia ci rivolge . Questa dichiarazione è quasi certamente dei Salvagnoli.
H D'Ancona (Ricordi storici cit., p. 240) dice che quella di Massa fu la prima manifestazione pubblica che segnò la nuova fase delle idee politiche nella quale allora il Montanelli entrò e per la quale si separò dagli amici che lo veneravano come superiore* La via da Pisa a Mossa era stata per lui la via di Damasco. Con mistica esaltazione ribollirono nel suo spirito i donimi rivoluzjonarj e il vangelo democratico mazziniano.
i) Di questa lettera esiste, ch'io sappia, solo un apografo (dal quale l'ho tratta), quasi certamente di mano del Montanelli, che si serba nella Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze (Casa. B. 31, n. 105), proveniente dal Carteggio Le Monnier. E in un foglio di grande formato, contenente anche copia delle liriche Polonia (è niella che nelle edizioni a stampa porta il titolo: Per l'arrivo in Sicilia dell*Imperatore