Rassegna storica del Risorgimento

POERIO ALESSANDRO ; MONTANELLI GIUSEPPE
anno <1943>   pagina <216>
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216 Nunzio Coppola
quei versi gentili che dottavi nel carcere.1) La Gazzetta di Venezia portava icr l'altro ch'eri in Ferrara ospite del GriUcnzoni,2) diletto e riverendo alPuniversale de' cittadini e pubblicamente festeggiato per la ferita gloriosamente riportata, per la pri­gionia dignitosamente sofferta, pei 1*amore d'Italia nostra confermato, e, s'è possibile, accresciuto nei patimenti a Lei sacri. Pnoi facilmente immaginare quanto io di ciò mi rallegrassi. Ma quanta gioia non sarà corsa di città in città in Toscana all'annunzio del tno ritorno! Ed opportuno reduce, o carissimo amico, t'accoglie la tua provincia nativa squarciata e rotta in fazioni, teatro di gare maligne, e d'ambizioni meschine. Aggiungi i casi di Livorno, dei quali sotto la varietà delle relazioni e la discordanza dei giudizii io non bo potuto far concetto giusto. Ma certamente, se alcuno è in Toscana che abbia per bontà sapiente d'anima ed incorrotta dignità di vita, potenza conciliativa ed efficacia di persuasione alla concordia operosa e duratura, tu sei quello. Aspetto dunque dalla tua presenza in Toscana moltissimo per la causa comune. Il Mordini,3) degno giovane e volonteroso [eoo] peratore al risorgimento di questa misera Italia e col quale assai [.,..] parliamo di te, si augura anch'egli dal tuo ritorno ottimi effetti. Spero che della ferita sii guarito del tutto. I disagi del cam­mino e della prigionia non possono non avere alquanto scossa la tua salute. Ora, carissimo Beppe, abbiti cura*
L'andamento delle cose pubbliche in Napoli m'attristava molto; aggiungevasi il peggiorare continuo della mia salute. Risolvetti di accompagnare il general Pepe, mio amico fin dalla primissima mia gioventù; senza per altro accettare alcun grado, e come semplice individuo della guardia nazionale addetto al suo stato maggiore. Mi imbarcai a* 4 maggio con lui sulla corvetta a vapore lo Stromboli. Approdammo in Ancona e ripartii pochi giorni dopo con la fiotta napoletana che venne a Venezia. Non rimasi in questa città che una settimana e raggiunsi Pepe a Bologna. Lo accompagnai a Rovigo; ma di là in compagnia di Correnti4) tornai a Ferrara per cercar d'indurre i napoletani a passare il Po. Vana operai Già era ordito tutto l'in­trigo Ferdinandeo; già quell'esercito di sgherri avea dichiarato Pepe decaduto dal comando. Mi avviai dunque a Venezia, donde non sono più uscito, se non che fui
di Russia), Roma, Jl Tempio, Lirica civile. Indubbiamente è una copia che il Montanelli invia al Le Monnier o al D'Ayala per l'edizione delle poesie del Poerio curate da quest'ultimo per i tipi del primo (Firenze, 1852). Un tale Giuseppe Bac-cini pubblicò, con qualche lacuna, la lettera, credendola autografa, e tre di quelle liriche (Polonia, Il Tempio, Lìrica civile) supponendole inedite, in un giornaletto di Salerno (La Stella polare, rivista di varia cultura, a. I, n. 3, 20 aprile 1901, pp. 67) e in estratto (A. Poerio a G. Montanelli, Salerno, 1901); ma in poco più di una paginetta di notizie promessevi snocciolo tali e tante, diciamo, per eufemismo, ine­sattezze, che di più davvero non avrebbe potuto, malgrado la buona volontà da lui dimostrata nel dirle.
i) Allude forse ai versi composti il 23 luglio di quell'anno a Rovereto, ove s'era fermato presso quei padri francescani, non essendo più in grado, perchè ferito, di proseguire insieme cogli altri prigionieri il viaggio da Mantova a Thcresicnstadt. Sono quelli che cominciano: Prigianier d'Italia in bando D'Alpe in Alpe errando vo... e che furono musicati da Giovanni Paci ni. (Cfr.: A MAKHADI, G. Montanelli e la Toscana, ecc., Roma, Voghera, 1909, p. 49).
2) Il mazziniano Giovanni Grilenzoni di Reggio nell'Emilia (1796-1868).
a) Antonio Mordini da Barga. (1819-1902).
*) Cesare Correnti da Milano (1815-1888).