Rassegna storica del Risorgimento

POERIO ALESSANDRO ; MONTANELLI GIUSEPPE
anno <1943>   pagina <217>
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Alessandro Poerio e Giuseppe Montanelli 217
alla fazione della Cavanella d'Adige, la quale, per mancanza' d'informazioni esatte e per non esser noi provveduti di obici, andò a vuoto. Ora, come sai, questa citta è l'ultimo propugnacolo dell'italiana indipendenza. Son qui Pontificii, Lombardi Napoletani. I Piemontesi andarono via. Per l'amore che porto alla mia cara Toscana avrei voluto che anche un drappello di Toscani fosse con noi. Se altro non si può, si mandi almeno danaro, il quale sarà utile e come ajuto e come indizio del consenso morale d'Italia contro l'Austriaco. Scrìvimi, carissimo Beppe. Aggiungi all'indirizzo Presso il General Pepe a maggiore sicurezza di ricapito. Lo stato del Regno di Napoli mi tiene in grande ansietà.
Tuo afFézionatissimo Alessandro Poerio.
L. Parrà e G. Montanelli? ad A Poerio
LXXTV.
Livorno, 12 Ottobre 1848. D Caro Sandro,
Fu una grandissima consolazione, per Montanelli e per me, il ricevere la vostra cara e desiderata lettera. Eravamo insieme, assestando alcune carte, quando ci pervenne; e rileggevamo un'antica vostra lettera, con alcuni bellissimi versi, che ammiravamo, insieme. Montanelli era per partire, per Firenze, come deputato di Fucecchio; e avevamo tutto quel gran da fare, che si ha, il giorno d'una partenza. Era nostra intenzione di scrivervi, insieme, giunti, in Firenze; ma egli non ebbe, per se, un momento di tempo! Io, per aspettare lui, ho indugiato, fin ora, e me ne pento. Avrete veduto, dai Fogli Toscani, come esso si trova, malgrado lui, balzato, al posto di Governatore di questa città. Povero martire, è già dimagrito! e, di più, la sua ferita li duole, un poco più.
Egli ha, in questo posto, un triplice lavoro; la situazione di questo paese, tutto eccezionale, è un mondo da portare. Egli ha l'intenzione di scrivervi, oggi: ma è capace di arrivare stanco, rifinito, esaurito, come li succede, quasi semprel Voi lo saprete compatire; saprete indovinare tutto il suo affetto, per voi; e sentirete il suo cuore, che è sul vostro. Quanto ci contristano le cose di Napoli, non ho a dirlo.
Disgraziatamente, non v'è un angolo di questa povera Italia, su cui quietare il pensiero! Si piangerebbe, sempre, se non ci fosse la speranza dell'avvenire. La costituente Italiana, progettata da Montanelli, può e deve salvarci, costituendo una Italia: il resto verrà, da sé. Scriveteci, su questo particolare. M'immagino, che legge-zete l'Alba* tutt'i giorni. E voi, Sandro mio, non vi farete vedere, fra noi? come lo desidero!! Scriveteci, che venite, presto. Montanelli sarebbe nella gioja. Intanto,
i) Per dovere di compiutezza, si ripubblica qui dal volume carato dall'Imbriant (A. Poerio a Venezia* p. 311), questa lettera, che è anche l'ultima scritta all'amico dalla Parrà e dal Montanelli. Pochi giorni dopo della sua data, 11 27 dello stesso mese, il Poerio cadeva ferito a morto nella-sortita di Mestre, e il 3 novembre moriva fra spasimi atroci. L'autografo dev'essere andato perduto e perciò la riporto inte­gralmente secondo la versione dataci dall' Imbrumi, il quale evidentemente, come fece per tutte le altre, ne modificò di suo arbitrio la punteggiatura.