Rassegna storica del Risorgimento
POERIO CARLO
anno
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1943
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pagina
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509
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Libri e periodici 509
giuridici, come nei suoi riflessi sociali* nonché dell* impianto delle finanze e delle loro fasi evolutive, coi tiene dietro a tratti, non si sa bene perchè, molto meno esaurienti, fuggevole sguardo alle vicende storiche ed organiche delle forze armate, mentre mancano del tutto notizie sulle non secondarie Branche della marma militare e mercantile.
Così, a nostro parere, il libro del Ventrone rappresenta autorevole guida ed utilissima per quanti, e speriamo sian molti, si accingeranno a meditata e sana valutazione critica delle considerevoli esperienze costituzionali e legislative dello Stato della Chiesa nel secolo scorso. Necessario strumento di lavoro, dunque, non soltanto perchè, almeno per ora, unico, ed è, invero, sintomatico dopo tutto quello, che, con tanta sicumera, s'è detto e si va dicendo in proposito nella solita corsa del ripetersi a catena; ma anche perchè, come critica ragionata delle fonti, e con le inusitatamente eloquenti conclusioni, che impetuose e nuove ne scaturiscono, conforterà a scuotere finalmente, e, magari definitivamente, dalle fondamenta molti àuperatissimi luoghi comuni di vecchia e vieta lega, che troppe volte ci si indugia a spacciare per buona moneta scientifica.
Giunti alla fine di questa esposizione, vi si legge, ed è il succo assai ben concentrato di tutto il volume, e però quasi per intero si riporta ci sembra utile dare un giudizio di massima sul sistema amministrativo che siamo andati esponendo. Ma, per giungere a ciò, è necessario riassumere l'evoluzione nelle sue fasi storiche e attraverso i suoi principali istituti.
Sia pure dopo lunghi contrasti e grazie all'abilità del Consalvi, con l'art. 103 del, trattato di Vienna, si completava la restituzione degli Stati della Chiesa, già iniziata da Napoleone prima dell'abdicazione. Ora ciò che è notevole è che, salvo il primo momento di inevitabile reazione sotto il Bivarola (Editto 13 maggio 1814), la sapiente politica del Consalvi, poi, e l'alto senno di Pio VII brillarono nell'opera di riordinamento dello Stato, mostrando una assoluta mancanza di quel sentimento di cieca reazione, il quale aveva altrove così meschinamente contaminato il ristabilirsi degli antichi governi dopo la dominazione francese. Il Pontefice Pio VII dette a tale riguardo il più mirabile esempio di ciò che passa Vàblio di fronte agli interessi supremi, dello Stato e dotò i suoi sudditi di provvide leggi che segnarono un indiscutibile progresso sul passato, massime per il concetto di uniformità che ebbe ad ispirarle (Schup-fer). Il M. P. del 6 luglio 1816 fu dunque un singolare esempio di moderazione e saviezza, e tale impronta ebbero anche i successivi provvedimenti, coi quali si cercò di rinnovare l'amministrazione in tutti i campi. Particolare importanza ebbe il riordinamento dell'amministrazione locale, sulla base dei principi accentratori instaurati dalla Rivoluzione francese, e le norme sul rendimento dei conti.
Coll'awento al Pontificato, nel 1823, di Leone XII vi fu certo un periodo di sosta in quanto che il Pontefice, sostenitore convinto del principio di autorità, volle restaurare il dominio clericale e dare nuova vita ai cadenti privilegi aristocratici. Egli però* proprio in conseguenza delle sue idee autoritarie, si assunse il compito di rivedere tutto il campo dell'amministrazione, portando in essa degli indiscutibili miglioramenti in vari istituti: basta ricordare al riguardo l'istituzione della Cassa di ammortizzazione. D'altra parte molte delle istituzioni di Pio VII rimasero in vita, sia pure lievemente modificate in senso restrittivo; inoltre venne dato nuovo impulso a riforme restate inattuate, quale quella del campo degli studi che fu portata in breve a termine.
Il breve pontificato di Pio Vili lasciò le cose in massima immutate ma, col-l'avvento al pontificato di Gregorio XVI nel 1831, il movimento ascensionale ebbe uoovo incremento e certo il governo di questo Pontefice avrebbe avuto migliori risultati, se non foste stato turbato sin dall'inizio da rivolte. In esecuzione del Memorandum delle potenze del 10 maggio 1831, Gregorio XVI intraprese una riforma nel campo amministrativo. Con Editto 5 luglio 1831 l'amministrazione