Rassegna storica del Risorgimento

POERIO CARLO
anno <1943>   pagina <512>
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512 Libri, e periodici
dei ducati di Panna e di Modena* del Granducato di Toscana e delle Romagna ài regno di Sardegna.
Ne è sorto un diligentissimo ed utile lavoro di compilazione, nel quale tuttavia il Del Bono si è avvalso anche di alcuno ricerche archivistiche da lui compiute anni fa: una trentina di documenti vengono infatti pubblicati nell'appendice, tratti dal­l'Archivio di Stato di Bologna. Il lavoro non era al tutto agevole, perchè le opere di cui era necessario tener conto non son poche: ma l'A. dimostra di avere larga informazione, ed una prova ne è anche la bibliografia con cui si chiude il volume.
Il quale ha una parte introduttiva ed una conclusiva: la prima sui precedenti politici e diplomatici delle annessioni, vale a dire sul Congresso di Parigi, la Società Nazionale, l'attentato Orsini, il Convegno di Plombièrcs ed infine l'azione diplomatica alla vigilia della guerra. Il capitolo finale verte poi su quello che fu il triste séguito delle annessioni dell'Italia centrale: la cessione alla Francia della Savoia e di Nizza. Avvenimento triste, ma, come il Del Bono giusta­mente pensa e chiaramente dimostra, tanto necessario allora, che senza di esso non si sarebbe potuta compiere l'unità italiana: sacrificio doloroso, ma inevitabile, e tale che non lo si sarebbe potuto non accettare, largamente compensato dai fratti dello eforzo eroico che contraddistinse in Italia il biennio 185960. Lo stesso Cavour così ebbe ad esprimersi in Parlamento: Per ora, sul terreno politico, mi restringo a que­sta sola dichiarazione ed è che la cessione di Nizza e della Savoia era condizione essenziale del proseguimento di quella via politica che in breve tempo ci ha condotto a Milano, a Firenze, a Bologna. Noi siamo convinti di una cosa, ed è che si poteva bensì ricusare il trattato del 24 marzo, ma era impossibile far ciò senza cadere in un errore che ci sarebbe stato inevitabilmente fatale. Era impossibile respingere il trattato e proseguire nella stessa politica, non solo si sarebbero esposte a evidente pericolo le passate conquiste, ma si sarebbero poste a cimento le sorti stesse della Patria! .
Un ultimo capitolo del volume è intitolato Cavour e Mazzini , ed è dedicato a chiarire il pensiero dell'A. su ciò che il secondo abbia potuto valere, da un punto di vista storico, per il primo, sull'influenza cioè che potè esercitare sull'azione poli­tica del Cavour l'opposizione sistematica del Mazzini. II Del Bono, criticando con grande pacatezza i risultati cui su questo punto è giunta la più- recente critica, si riafferma fautore di quello che è stato definito il giudizio canonico sull'opera del Covoni e sul valore storico dell'opposizione CavourMazzini. A noi sembra, in verità, che ar una assai più alta comprensione storica di quel periodo della vita politica italiand conduca l'interpretazione dialettica di recente proposta dal biografo del Cavour: la quale è basata, poi, non già su immaginazioni volutamente antitradizionalistiche, ma sull'osservazione obiettiva dei fatti. Comunque, questa non è la sede adatta pea tale discussione: e noi ci limiteremo ad osservare che anche queste pagine finalr
del Del Bono si leggono con piacere ed interesse. .
faB r PAOLO ROMANO
SPOGLIO DEI PERIODICI
ABELA (GAETANO) - V. n. 52.
ABRUZZO.
1. TITO BATTAGLIMI, Una leggenda da sfatare. V'Abruzzo e il brigantaggio, in Gior­nale d'Italia* ed* provincia, Roma, 6 febbraio 1943.
ADRIATICO - V.n. 146.
ANNETTA (CARMELO) - V. n. 32.